"L'odore dei limoni" è il racconto di una rinascita e di una scoperta. La rinascita è quella di un paese che ha appena chiuso i conti con l'infinita sofferenza della guerra e che ora guarda con coraggio al futuro. In uno scenario di forte ripresa economica, in cui tutto sembra possibile, si muovono i personaggi del libro, alcuni dei quali già conosciuti nel romanzo precedente, "La parola data". Inaspettatamente essi trovano a portata di mano, pronti da afferrare, i frutti di un eden da cui erano stati sempre esclusi: il successo, il benessere, addirittura la ricchezza. La corsa verso la ricchezza è una delle più inebrianti che ci siano e ognuno la affronta con gli strumenti che madre natura gli ha fornito: Fulgenzio con il fascino e la sua capacità di seduzione, Loredana con la spregiudicatezza e l'avvenenza dei vent'anni. Il traguardo è, come spesso avviene, elusivo come un miraggio, ma quando la corsa è avviata risulta impossibile fermarla, anche se conduce a un precipizio, e quel che era iniziato con la leggerezza di un gioco rischia di trasformarsi in tragedia. Punto di intersezione dei vari destini che si incrociano nel racconto è Beatrice, affascinante, riservata, a cui, misteriosamente "le cose/ s'abbandonano e sembrano vicine/ a tradire il loro ultimo segreto." I versi di Montale attraversano in modo sotterraneo tutta la storia, fino alla rivelazione finale, la scoperta della"nostra parte di ricchezza", l'odore dei limoni, in cui ognuno può riconoscere la propria via di scampo dall'infelicità sempre in agguato. Nulla è più immateriale di un profumo, eppure è reale e non lo si può nascondere né imprigionare. E la vera ricchezza, per i protagonisti del libro, è il legame tra loro, un solido ponte che li unisce, che addirittura li salva, aggiungendo alla loro vita una sfumatura di felicità.
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