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Prima di tutto vanno ringraziate le traduttrici, che hanno realizzato un lavoro immenso e che hanno portato in Italia la versione integrale di quello che, per me, è il grande romanzo americano del '900, un' opera che cambierebbe la vita a qualunque adolescente lo legga. E tra gli adolescenti a cui ha cambiato la vita, di loro stessa ammissione, figurano Kerouac (a cui si ispirerà per il bellissimo La Città e la Metropoli), Vonnegut, Philip Roth, James Jones (autore del monumentale Da qui all'Eternità, dove peraltro cita l'opera di Wolfe) e chissà quanti altri romanzieri di generazioni successive. Si tratta di un romanzo epico, che inizia nella Guerra di Secessione, un romanzo del Sud dallo stile teatrale, esagerato, logorroico, anti-hemingwayano, ma non per questo meno maestoso. La vitalità è il tratto distintivo di Thomas Wolfe, un autore praticamente sconosciuto in Italia, dove invece tanto si traduce Faulkner. Entrambi hanno fatto la storia della letteratura, entrambi hanno scritto del furore del Sud, ma a mio parere la scrittura di Faulkner è più obsoleta, meno moderna, meno ispiratrice di quella torrenziale di Wolfe. Insomma, O Lost è uno di quei romanzi della razza del Viaggio al termine della notte di Cèline, romanzi veri, eterni, ribelli, romanzi che fanno letteratura e che cambiano vite, soprattutto dei più giovani, romanzi che intendono la letteratura in un senso che, purtroppo, è ormai in via di estinzione tra i "romanzieri" odierni.
Capolavoro assoluto, un libro che cambia la vita di chi sa scegliere. Uno degli incipit più travolgenti di tutta la storia della letteratura.
Libro immenso, totale, esagerato, scritto in uno stile rapsodico, in un impeto di cieca furia. O Lost prende a calci ogni regola e si impone con prepotenza in questa terra di romanzetti tutti uguali. Altro che Hemingway, Carver, Fitzgerald! Per carità, ogni scrittore merita rispetto, ma una volta trovato il coraggio di leggere Thomas Wolfe non si torna più indietro. Le lungaggini ci sono e si sentono, ma vi consiglio di evitare di leggere l'edizione monca: anche Moby Dick in certe pagine può annoiare, eppure, arrivati alla fine, quando i vostri sforzi verranno ricompensati con delle emozioni rare e potenti, non potrete fare altro che lanciare grida di benedizioni a quest'opera e al suo autore colossale. Un sasso, una foglia, una porta nascosta... Non ho dubbi: il migliore e il più completo capolavoro americano del Novecento, accanto a Furore di Steinbeck e a Meridiano di sangue di McCarthy.
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