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Nuovo Galateo di Melchiorre Gioja. Edizione diligentemente eseguita sull'ultima milanese dell'autore
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Descrizione


In-8° (cm 10.5x15.5) legatura tardo ottocentesca in mezza pelle con titoli e fregi dorati al dorso. Pp tomo primo: XI, 1 bianca, 338; tomo secondo: 442. Lievi segni del tempo e d'uso alla legatura, fioriture e bruniture alla carte interne: discreto esemplare. Accurata ristampa luganese della quarta edizone milanese dell'opera pubblicata nel 1802, e forse oggi una delle meno conosciute di Melchiorre Gioja (1767-1829), il cui nome resta legato agli scritti di carattere socio-economico. Il libro vuole essere una sorta di moderna riscrittura degli antichi trattati sulle buone maniere tra cui eccelse per pregi e per fama quello del Della Casa; pur indubbiamente minore nella enciclopedica produzione del grande economista piacentino, resta un'opera di notevole pregio stilistico e un'interessante testimonianza di certi risvolti della cultura illuministica e riformatrice di cui il Gioja fu esponente. In fine del secondo tomo segue l'appendice "Cenni sulla pirateria libraria". Bibliografie: Gamba, 2593: "Scrisse il celebre Romagnosi, che questo Nuovo Galateo, posto a confronto con quello di monsig. Della Casa, basterebbe solo a far conoscere e valutare la distanza che passa dal secolo decimosesto al decimonono". Paleari Henssler, p. 349.
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Dettagli

349 p.
  • Prodotto usato
  • Condizioni: Usato - Condizione accettabile
2560020241831

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(Piacenza 1767 - Milano 1829) economista e scrittore politico italiano. Influenzato dal sensismo di Locke e Condillac, sostenitore delle idee della rivoluzione francese, mutò atteggiamento verso la Francia dopo la pace di Campoformio. A Milano fondò con P. Custodi e U. Foscolo il «Monitore italiano» (gennaio-aprile 1798) dalle cui colonne criticò la politica del Direttorio. Condivise l’interesse degli scrittori repubblicani per il teatro come strumento di propaganda e di educazione del popolo, scrivendo la tragedia La Giulia ossia l’interregno della Cisalpina. Nel 1807 divenne direttore dell’ufficio statistico del regno italico. Seguace, in economia, di A. Smith e J.B. Say, auspicò per l’Italia un’industrializzazione di tipo inglese.

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