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In questa antologia curata da Carla Faralli e Cecilia Cortesi si presentano sette contributi di importanti bioeticiste femministe angloamericane e australiane. Il volume, di grande interesse per il dibattito italiano bioetico e femminista, si presenta diviso in tre sezioni. La prima si apre con due importanti saggi di Susan Sherwin e Susan Dodds dedicati all'illustrazione dello stato dell'arte della bioetica femminista. Sherwin riconosce alla bioetica femminista, come parte di una riflessione femminista più ampia, il compito di porre in questione ogni pratica sanitaria per analizzare il ruolo che in essa rivestono le categorie oppressive "genere", "classe" e "razza". Dodds analizza invece i diversi approcci alla bioetica da parte delle studiose femministe. Emerge così come il femminismo di stampo liberale si concentri sulle questioni della scelta e dell'autonomia e come il femminismo radicale getti lo sguardo sul controllo limitato delle donne sulle istituzioni sanitarie, su sessualità e gravidanza, mentre il femminismo culturale centra l'attenzione sull'etica della cura. La seconda sezione si compone di saggi di Anne Donchin, Hilde Lindemann Nelson, Rosemary Tong, dedicati distintamente alle diverse questioni bioetiche e ai problemi giuridici innescati dalle tecnologie riproduttive e dalla maternità gestazionale a cui la riflessione femminista cerca di trovare soluzioni alternative. La terza sezione si compone di saggi di Susanne Gibson e di Mary B. Mahowald e analizza le questioni sollevate in ambito femminista dal rapporto che intercorre tra tecnologie della maternità e autonomia morale delle donne in materia di aborto e di trapianto di tessuti fetali.
Monia Andreani
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