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Un testo che sto usando per aiutarmi nella stesura della mia tesi di laurea. Non per questo destinato a studenti o esperti. Complimenti agli autori per aver reso argomenti piuttosto difficili da "metabolizzare", altamente "digeribili" e di facile comprensione. Un libro che dovrebbe essere letto. Soprattutto da chi ha a cuore la condizione degli extracomunitari nelle nostre metropoli.
Facile da comprendere, anche per i non addetti ai lavori, l'introduzione della prof.ssa M.I.Macioti che da anni si occupa di immigrazione è un marchio di qualità che in pochi hanno avuto il piacere di avere. Le tre realtà proposte: le piccole moschee a Roma (ricerca precedente all'11 settembre, quindi ancor più interessante perché al momento sarebbe impossibile ripeterne una avendo libero accesso a questi luoghi di culto), la chiesa etnica congolese e la realtà srilankese sono le facce di una stessa medaglia. Incontriamo persone che si sono organizzate in associazioni per aiutare i nuovi arrivati, creando un rudimentale ufficio di collocamento o che si aiutano a vicenda accogliendo i nuovi immigrati a casa propria fino a che non hanno trovato un lavoro, per evitare di rovinare l’immagine degli immigrati provenienti dal proprio paese, nel caso dello sry Lanka. Possiamo anche leggere dell’esperienza dei figli degli immigrati che hanno vissuto l'esperienza di vivere in un nuovo paese, ragazzi divisi a metà tra l'essere italiani e (nel caso della ricerca di T. Borghi) srilankesi. Sta di fatto che sia nell'uno che nell'altro caso non vengono riconosciuti come appartenenti a nessuna delle due realtà. O perché troppo occidentali o perché il colore della pelle li identifica come stranieri. Un libro da leggere, semplice come un romanzo ma curato perché frutto di una ricerca universitaria.
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