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Recensioni I numeri uno. La vita dei più grandi matematici del mondo

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Nonostante le origini misteriose, quasi mistiche, dei suoi elementi fondamentali, la matematica non nasce nel vuoto: è creata dalle persone. Tra loro ce ne sono alcune di un'originalità e una chiarezza mentale sorprendenti, quelle che associamo alle piú grandi scoperte: i precursori e i pionieri. Ci sono genî riscoperti soltanto di recente, come Srinivasa Ramanujan e Emmy Noether, accanto a giganti quali Muhammad al-Khwarizmi (le cui opere ci hanno fornito le parole «algoritmo» e «algebra»), Pierre de Fermat, Isaac Newton, Carl Friedrich Gauss, Bernhard Riemann (precursore di Einstein), Henri Poincaré, Ada Lovelace (probabilmente il primo programmatore di computer) e Alan Turing. Ian Stewart ci racconta le vicende della loro vita (a volte eccentrica, sempre dominata da un'ossessione per i numeri), offrendo nel contempo una limpida spiegazione delle loro folgoranti scoperte. Questi vividi racconti sono coinvolgenti di per se stessi ma, considerati nel complesso, compongono un'affascinante storia dei momenti fondamentali della matematica. «Fin dalla piú tenera infanzia la giovane Sofa, come la chiamava affettuosamente la famiglia, aveva un ardente desiderio di capire qualsiasi cosa la incuriosisse. Il suo interesse per la matematica si accese all'età di undici anni; curiosamente, la causa scatenante fu la carta da parati della sua cameretta. Suo padre Vasilij KorvinKrukovskij era un generale dell'artiglieria dell'esercito imperiale russo, e sua madre Elizaveta (nata Šubert) proveniva da una famiglia di alto rango nella nobiltà russa. La carta da parati entra nella storia perché la famiglia possedeva una tenuta di campagna a Palibino, vicino a San Pietroburgo. Quando vi ci si trasferirono, fecero ristrutturare tutta la casa, ma la carta da parati si rivelò insufficiente per la cameretta. Come sostituto, usarono le pagine di un vecchio libro di testo, le lezioni di calcolo differenziale e integrale di Ostrogradskij. Nelle sue Memorie d'infanzia, Sof'ja ricorda che passava ore a fissare le pareti, cercando di capire il significato dei simboli arcani che le coprivano. Memorizzò rapidamente le formule, ma in seguito ricordò che "nel momento in cui le stavo studiando non le capivo per niente". [...] Non solo giunse a padroneggiare il calcolo, ma progredí fino alle frontiere della ricerca matematica, con scoperte che stupirono i principali matematici del suo tempo. Si occupò di equazioni alle derivate parziali, di meccanica e della diffrazione della luce da parte dei cristalli. Era penetrante, originale e tecnicamente abile. L'illustre matematico americano Mark Kac l'ha descritta come la "prima grande signora della matematica". Era probabilmente la piú grande scienziata del suo tempo, eclissata solo da Marie Curie qualche decennio dopo». )
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