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Un romanzo gioioso, che trabocca di vita e tenerezza, capace di fondere vicende personali e grandi eventi storici in una narrazione sostenuta da una nostalgia infinita e da una disperata ricerca d'amore.
«Tenero, sensuale, profondo, e davvero divertente» – Financial Times
«Uno stile narrativo che suona naturale e istintivo. Un romanzo commovente e gratificante» – The Guardian
È la vigilia della Seconda guerra mondiale quando una nave con a bordo venti giovani uomini salpa dalla Palestina alla volta dell'Europa: ad attenderli, sulla riva opposta del Mediterraneo, ci sono venti ragazze, venti perfette sconosciute. Sono le loro promesse spose, controparti di matrimoni combinati che, eludendo i controlli e le barriere del Protettorato britannico, consentiranno alle donne di approdare in Palestina sfuggendo a un'Europa in cui la minaccia del nazismo si è ormai fatta insopportabile. Portata a termine la missione, le coppie divorzieranno e ognuno andrà per la sua strada. Ma quando Yaacov Markovitch, un uomo il cui unico tratto saliente è l'eccezionale insignificanza, si scopre futuro sposo di Bella Zeigerman, la donna più bella che abbia mai visto, le cose cominciano a complicarsi. Il finto matrimonio segna infatti l'inizio di un'ossessione che durerà tutta la vita e che porta Yaacov a giurare a se stesso che riuscirà a far innamorare la sua splendida moglie nonostante questa non abbia altro pensiero se non quello di recuperare la propria libertà. La loro vicenda, ricca di imprevisti e turbolenti colpi di scena, li vedrà passare attraverso guerre, sconvolgimenti politici, terribili segreti, tragedie, gioie e perdite irreparabili.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Avrei dato 4 stelle e mezzo, potendo, ma non essendoci la possibilità delle mezze misure e avendo io letto uno dei più bei libri degli ultimi mesi credo si meriti comunque il massimo. Dolce e sensuale, forte e ironico. Amore e morte si intrecciano e si fondono in una storia che ti porta lontano e a cui solo gli scrittori israeliani sanno dar voce così profondamente. Me lo hanno consigliato e io passo parola.
Ho appena terminato questo libro e ancora con i personaggi nel cuore scrivo questa recensione. Da amante del romanzo americano mi sono avvicinata un po' scettica a questa autrice, convinta che avrei trovato questa lettura 'semplice' ed invece, pagina dopo pagina, ho scoperto un mondo di personaggi favolosi. La scrittura è a volte ironica, con battute geniali, e più spesso profondissima, commovente. Si rimane incollati al libro, alle vicende dei cinque protagonisti, ti affezioni a loro e poi fatichi a lasciarli andare. C'è tutto in questo libro: amore, amicizia, famiglia, passione, gelosia. Credo sia uno dei libri più poetici letti negli ultimi anni. Stupendo.
La storia di Markovitch ne porta con sé molte altre, tutte raccolte in un amalgama di ironia e dramma, sogno, fantasia e realtà, sfiorando i canoni del realismo magico senza mai farne totalmente parte. Ogni vicenda è espressione di desiderio, carnalità, attesa, sogno del mito della Donna come della Terra Promessa d’Israele. Ogni uomo e ogni donna sono insieme un’alchimia di istinto e di tutti i cinque sensi. Sono l’irresistibile e crescente attrazione che diventa danza sensuale e si apre a una passione piena, libera e appagante in cui il piacere è riconoscersi nell’armonia dei corpi, è dare voce al proprio spirito e ritrovare nell’altro - attraverso il tocco, il profumo e il gusto della pelle- il proprio Luogo, la propria identità alla ricerca di pace, senza che ciò cancelli i dolori nascosti. In virtù di quei dolori. Ma se queste storie che ruotano attorno a Malkovitch sono la rappresentazione di una Terra che ama e accoglie i propri figli, e del desiderio di questi di tornarvi, di sentirsi tutti fratelli a dispetto dei geni, la ricerca di Malkovitch della felicità, la sua ostinazione a trattenere Bella sognando che s’innamori, la sua attesa frustrata di sentirsi riconosciuto, voluto, dice proprio della complessità di una Terra tanto agognata quanto rigida verso il dialogo e i compromessi. Se per primo si è letto “Svegliare i leoni”, si fa fatica a riconoscere la Gundar Goshen. Dopo un inizio un po’ spiazzante, però, il fascino di questa metafora si è rivelato nella capacità di esprimere la portata del desiderio e del senso di attesa per un Paese dai colori e dai profumi accesi, estremi, tanto solare e invitante, quanto rigido e ombroso. Molto brava l’autrice a scegliere, per un argomento così spinoso e doloroso, lo stile di una favola ammaliante e fuori dal tempo che viaggia su una lievità che non ha nulla di superficiale.
Recensioni
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