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Anno edizione: 2023
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Il nome di Anthony Burgess può non suonare a vuoto - aiutino: è l'autore di Arancia meccanica. Ma lo scrittore inglese - forse anche perché di famiglia cattolica, si sa come vanno le cose lassù - ha una produzione molto più vasta. Prendiamo questo libro. È uno e trino: al suo interno c'è uno sceneggiato sulla vita di Freud, un musical su Trotsky a New York prima dell'ingresso degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale, e un romanzo di fantascienza sulla fine della Terra ad opera di un pianeta celeste vagante. Ad essere sinceri, non è che le tre storie si intersechino così bene: viaggiano ciascuna sul proprio binario. Il libro si regge soprattutto sull'ironia e la capacità di Burgess di creare termini nuovi o di frammischiare quelli già esistenti, oltre a tutta una serie di stilettate satiriche messe qua e là, come la nota en passant che gli inglesi non sono riusciti a costruire in tempo la loro astronave astrale perché le maestranze hanno scioperato a lungo per il salario. Liana, forse perché di famiglia, si sente in dovere di aggiungere una serie di note che spiegano alcune scelte di traduzione, la quale comunque mantiene intatta la gioia verbale del testo, e che forse sono superflue. Ma vale comunque la pena di leggerlo.
Lessi questo libro alcuni anni fa in edizione diversa e con il titolo "La fine della storia". Si tratta di una lettura divertente, soprattutto nella parte ambientata ai giorni nostri (ma anche la figura di Freud è descritta con tratti umanamente ironici), anche se non all'altezza di altre prove "maggiori" di Burgess.
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