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La nostra Shoah. Italiani, sterminio, memoria
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La nostra Shoah. Italiani, sterminio, memoria
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nostra Shoah. Italiani, sterminio, memoria
“Dal 2001 la giornata della memoria ci invita a ricordare la shoah. Sui banchi di scuola un'intera generazione ha assorbito decine di lezioni e testimonianze. Nello spazio pubblico delle nostre istituzioni si sono ripetute celebrazioni e cerimonie ufficiali. Pure a questa generazione si rimprovera di non avere memoria. E tutti guardano con timore al momento in cui la scomparsa dell'ultimo testimone farà tacere la memoria e lascerà la parola alla storia.” Giovanni De Luna “Non bisogna dimenticare che i morti muoiono se qualcuno prima li identifica da vivi, qualcuno li denuncia, qualcuno li cerca, qualcuno non li protegge, qualcuno li consegna, e qualcuno li uccide. È successo anche sulla penisola italiana. Cosa hanno fatto i nostri connazionali? Che impatto hanno avuto le loro azioni? Questa storia riguarda veramente noi?” Circa novemila persone ritenute “di razza ebraica” che vivevano in Italia secondo i confini dell’epoca sono state uccise tra il 1943 e il 1945. La maggior parte fu deportata dalla penisola, più di trecento morirono nel nostro territorio. Quanti si salvarono, e chi furono i salvatori? Carlo Greppi ci accompagna alla riscoperta di avvenimenti che abbiamo a lungo preferito ignorare. E che dobbiamo invece imparare a guardare in faccia senza essere accecati dai preconcetti o dalle nostre “identità”, se vogliamo costruire le fondamenta del nostro futuro. Numero di caratteri: 99.880
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EAN:
9788858853825
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Fra
26 gennaio 2023
Ottimo!
Non condivido affatto il giudizio dell'unica altra recensione qui presente...Ho trovato questo testo (nel mio caso fruito in audiolibro) interessante, illuminante e perfetto spunto per delle riflessioni anche diverse da quelle "solite" a tema Shoah. Non ho percepito inoltre questa presunta voglia di costruire un mito del "cattivo italiano": mi pare che l'intenzione - giusta e storicamente apprezzabile - sia solo quella di ricordare che non siamo un Paese e un popolo indenne dagli errori e dalle colpe del passato. Non dobbiamo additare solo la Germania, ma ricordarci anche di chi qua in Italia collaborò col regime, denunciò conoscenti ebrei o passò sotto silenzio stragi e deportazioni. Tutto questo semplicemente per rinvigorire la memoria di quegli eventi, che deve essere sempre consapevole e vicina a noi, non asettica e relegata a Paesi lontani che ci dicono poco o nulla. Ps: mi sembra, in ogni caso, che al di là di questa contestualizzazione geografica e "peccatoriale" ci sia ben altro contenuto in questo testo. Contenuto sul quale sarebbe bene soffermarsi.
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pt
29 gennaio 2018
Lo stereotipo del “bravo italiano” contrapposto a quello del “cattivo tedesco” purtroppo trattato senza alcun metodo storico. L’autore tenta grossolanamente (a volte anche con dubbio stile letterario) di costruire il mito del “cattivo italiano” corresponsabile dei crimini di guerra e della persecuzione antisemita.
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