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Quattro case e un desiderio struggente di trovare il proprio posto nel mondo, nel momento in cui il proprio mondo - Israele e le infinite anime che lo compongono - è sconvolto dall'assassinio del Primo Ministro Yitzhak Rabin.
«Gli scrittori israeliani non scrivono. Gli scrittori israeliani parlano. È una letteratura fatta di voci. "Nostalgia" non fa eccezione. È un libro di voci soffuse e strazianti» - Alessandro Piperno, La Lettura
«Uno degli esponenti più seguiti della generazione di scrittori israeliani successiva ai David Grossman, Abraham Yehoshua e Amos Oz» - Marco Bobbio, La Stampa
Amir, studente di psicologia a Tel Aviv, e Noa, studentessa di fotografia a Gerusalemme, hanno preso casa al Castel, un tempo campo di transito per i nuovi immigrati dal Kurdistan e ora insieme indistinto di villette e baracche. Dietro il muro del loro appartamento abita il padrone di casa, Moshe Zakian, con la moglie Sima. Nell'appartamento di fronte vive il piccolo Yotam che si sente trascurato da quando Ghidi, il fratello grande, è morto soldato in Libano. Nei paraggi si aggira Saddiq, il muratore arabo che sogna di penetrare nell'appartamento sopra il bilocale di Amir e Noa, nel quale sua madre ha nascosto qualcosa di importante.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Diversamente dal solito, ho letto questo libro lentamente: è il romanzo stesso che detta tempi di lettura più rilassati e questo mi è piaciuto. Il microcosmo descritto è interessante: come in un caleidoscopio, ogni personaggio finisce per toccare alcune corde sensibili del lettore. L'autore tratteggia sapientemente i tratti psicologici dei personaggi e quindi è facile identificarsi col ragazzino triste e isolato, ma anche con ma sensuale vicina di casa, o l'anziano che cerca l'ombra del figlio perduto, o il palestinese che rivendica il suo passato. Tutti vivono in un luogo dove tutto è incerto. Incerto il passato che resiste alla nostalgia ma che si vuole cancellare, incerto il presente minato dagli atti terroristici, incerto il futuro per sua stessa natura. Una lettura che arricchisce.
Finisco sempre per affezionarmi ai personaggi di Nevo, li faccio oggetto della mia nostalgia appena girata l'ultima pagina. Il terzo romanzo (primo in ordine cronologico) conferma ai miei occhi il talento di questo autore. La narrazione è polifonica, sfrutta abilmente voci diverse per sesso, età ed etnia. Il ritratto degli abitanti di un quartiere si appoggia sul privato sentimentale, ma rimanda anche alla Storia di Israele, usando come punto focale l'assassinio di Rabin. Tutto il racconto è pervaso dalla tensione fra un desiderio di 'casa' (nazione) e la voglia di fuga verso una realtà più libera, priva di attriti e purificata dalle incrostazioni del dolore e del rancore. La voce epistolare dell'amico in viaggio in sud america prelude già al percorso che porterà a 'Neuland'.
Recensioni
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