Nonnitudine
di Fulvio Ervas
Dopo il clamoroso successo di Se ti abbraccio non aver paura, con la sua dolcezza incantatrice Fulvio Ervas racconta un nuovo viaggio: il viaggio molto avanti e molto indietro nel tempo che intraprende un uomo che diventa nonno.
Capì che era arrivato in un luogo fatto di tempo, stava sul colmo di una collina da dove si vede la vita scemare e germogliare nuovamente. Pensò che fosse un luogo privilegiato. Quella sera stessa aveva scritto: “Il bimbo è arrivato. Sono un nonno felice”
Dalle camminate in fila indiana lungo il Piave, quando mancava il pane, al nonno investito in bicicletta dall’auto del console americano, il passato lo sommerge a ondate, in una nuova luce di radice futura; il presente è la nuova, lucente meraviglia dell’istante. Il futuro si fa di colpo più vicino, e richiama una fortissima responsabilità verso il pianeta che ci ospita, e che dovremmo lasciare migliore di come l’abbiam trovato. Questa strana malattia benefica, che cambia di colpo la realtà, decide di chiamarla nonnitudine; e sa che non colpisce solo lui. Un gruppo di neononni si incontra al bar, corre lungo l’argine, inventa storie. Come la favola che lui scrive per il nipotino lontano: in una comunità sotterranea, i bambini che leggono generano energia. Le parole escono dai camini, il vento le porta lontano, ma c’è ancora qualcuno, là fuori, dopo il grande temporale che ha sconvolto la terra? Chi avrà il coraggio di avventurarsi fuori? E quale sarà la risorsa potente che ci salverà? )
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