Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d'amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un'utopia a rovescio che non vorremmo mai vedere rea-lizzata. È uno di quei rari libri che agiscono sul lettore come lenti d'ingrandimento: facendogli percepire in modo dolorosamente intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.
«Un romanzo meraviglioso, il migliore che Ishiguro abbia scritto dai tempi del sublime "Quel che resta del giorno"» – The Washington Post
Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla piú tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un'autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall'intimità piú calda al distacco piú violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole «donatore» e «assistente»? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono cosí importanti?
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Una storia d’amore e di amicizia ambientata in un mondo distopico, non così distante da quello che conosciamo se non per la presenza di essere umani allevati per essere “donatori”. Sin dall’inizio è evidente che i bambini, poi ragazzi, protagonisti saranno tenuti a vivere lungo binari prestabiliti. Solo all fine tuttavia se ne capisce la Vera ragione. Non il suo miglior romanzo, ma è comunque un libro interessante e originale.
Mi hanno entusiasmato l''ambientazione distopica, l'atmosfera del collegio, il modo in cui conosciamo il motivo della sua esistenza (poco a poco). Quando mi è stato chiaro il destino dei tre protagonisti, il mio interesse si è sfumato ma in me è rimasta curiosità sufficiente per arrivare all'ultima pagina. (anche se il finale è stato abbastanza intuibile, mentre ho trovato piacevole la scoperta sui personaggi di Madame e Miss Emily). Nel complesso mi ha lasciato un senso di inesorabilità che nei giorni successivi mi ha riportato a pensare con tenerezza a Kathy, Tommy e Ruth come metafora di chi è costretto a subire una volontà superiore invisibile. Forse è qui che risiede la potenza di questa storia al punto da meritare un Nobel..
Una storia d’amore e di amicizia ambientata in un mondo distopico, non così distante da quello che conosciamo se non per la presenza di essere umani allevati per essere “donatori”. Sin dall’inizio è evidente che i bambini, poi ragazzi, protagonisti saranno tenuti a vivere lungo binari prestabiliti. Solo all fine tuttavia se ne capisce la Vera ragione. Non il suo miglior romanzo, ma è comunque un libro interessante e originale.
Il libro è scritto molto bene e l'ho trovato estremamente profondo e delicato. L'amaro destino dei protagonisti viene svelato progressivamente nel corso del libro e il messaggio che fa da sfondo appare inquietante nella sua lucida spietatezza.