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Dettagli

2022
8 febbraio 2022
136 p., Brossura
9788806251093

Descrizione

«Non abitiamo piú la terra e il cielo, bensí Google Earth e il Cloud. Il mondo si fa sempre piú inafferrabile, nuvoloso e spettrale».

«Byung-chul Han, con una prosa che colpisce per il nitore, affonda la lama del suo pensiero nella carne del contemporaneo»la Repubblica

«Byung-chul Han si fa entomologo e con perizia disseziona la nostra epoca»Tuttolibri

«I suoi libri sono letti e studiati non solo dagli addetti ai lavori nel campo della filosofia, ma in ogni settore disciplinare intento a decifrare con lucidità le caratteristiche del presente»Doppiozero

Abbiamo perso il contatto con il reale. È necessario tornare a rivolgere lo sguardo alle cose concrete, modeste e quotidiane. Le sole capaci di starci a cuore e stabilizzare la vita umana. Una massa di informazioni ci investe ogni giorno. Come ogni inondazione, anche questa agisce sulle nostre esistenze, spazza via confini, rimodella geografie. Ormai sono i dati e non piú le cose concrete a influenzare le nostre vite. Le non-cose stanno prendendo il sopravvento sul reale, sui fatti e la biologia. E cosí la realtà ci appare sempre piú sfuggente e confusa, piena di stimoli che non vanno oltre la superfice. Con la sua consueta lucidità e veemenza, Byung-chul Han, critico severo ma acuto della contemporaneità, ci offre una peculiare e sferzante riflessione sulla comunicazione, la Rete e il futuro che stiamo costruendo.

Valutazioni e recensioni

5/5
Recensioni: 4/5
(7)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

👌🏻

Recensioni: 5/5

Ci vuole un approccio esegetico per leggere questo libro che, durante la lettura, ti fa aggiustare spesso su dove siedi perché la lettura non è tranquilla. La rivisitazione degli oggetti, così come li conosciamo, depauperati a non cose che farebbero insorgere gli animisti. Responsabile di questo possibile svilimento la digitalizzazione; delizia ma anche croce dei nostri tempi. Non è, il libro dell'autore sudcoreano, l'attacco misoneistico alla tecnologia che comunque va vista come evoluzione ma la rivendicazione di un'identità che rischiamo di rendere evanescente quando "ognuno diventa ospite presso se stesso".

Recensioni: 5/5

Elogio delle cose, tangibili, personali, private, fatte di materia tastabile, fatte di emozioni, odore, colore, presenza. L'uomo, se tale ancora vuole esserlo per altro tempo ancora, ha bisogno di analogicità, di mano, non di digitalità e dita che si muovono come vermi epilettici su schermi indifferenti e intercambiabili. Basta! svendere le cose importanti della propria esistenza, basta! ridursi a immagine di sé come fossimo rettili dalla pelle modificabile. La riflessione di Han, anche questa volta tocca il tasto dolente della virtualità attuale come virus sociale. Tutti sono soggetti influenzabili e sempre più rarefatti in un ordine costituito immaginario che rende ciascuno parte integrante di una massa informe. Siamo caduti in una prigione palmabile che rende la mano serva di uno strumento che acceca mente e spirito. Si è perso il silenzio e la contemplazione, l'ascolto e la consacrazione, nulla svetta nell’ipercomunicazione mediocre, tutto è eccessivo e privo di esclusività. Il cuore del mondo sta smettendo di battere all'unisono. Sembra che tutto stia diventando un abisso inabitabile. Forse il suono di una moneta in un juke-boxe vintage ci farà sembrare di nuovo vivi in mezzo alle cose che contano veramente.

Recensioni: 5/5

Libro scritto con un linguaggio diretto e accessibile, è una lettura piacevole e strettamente attuale.