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Valentina Farinaccio racconta la storia più contemporanea possibile, e lo fa nel modo più contemporaneo possibile, attraverso la ricerca di sé di una giovane donna con gli occhi bassi sullo schermo e una mano sempre occupata dal telefono.
Quando qualcuno che incontri di persona per la prima volta ti dice che sei molto fotogenica non è un complimento. Vittoria, poco meno di quarant'anni, una relazione finita alle spalle e una riservatezza che sta per diventare solitudine, se lo sente ripetere spesso. Dopo aver scritto per anni di musica in un blog, sperando diventasse il suo lavoro, si sposta su Facebook e accompagna i post con qualche selfie. Quando nella sua vita entra Instagram, è sufficiente uno scatto rubato ed equivocato perché inizino a pioverle addosso migliaia di follower, insieme a un lavoro nuovo. Si ritrova a sponsorizzare cibo. Cibo di strada, cibo surgelato, cibo spazzatura. Perché quello che Vittoria sa fare meglio da sempre è mangiare. Mangiare per riempire un'esistenza che le sfugge di mano. Mangiare per curare un dolore che arriva da lontano e che lei fa di tutto per non guardare. L'unica con cui si confida è Mina, una volta alla settimana. E proprio quando le si presenta l'occasione della vita – un lavoro vero, pagato bene e interessante –, la sua fame – di amore, di pizza, di follower – rischia di mandare tutto all'aria. Non è al momento raggiungibile esplora uno spazio nuovo in cui tutti siamo in qualche modo implicati: quello virtuale. Uno spazio che ha cambiato definitivamente il nostro modo di parlare, di guardarci e di guardare gli altri. Senza tuttavia dimenticarsi del corpo e del suo richiamo, talvolta crudele, alla realtà fisica del mondo. Valentina Farinaccio racconta la storia più contemporanea possibile, e lo fa nel modo più contemporaneo possibile, attraverso la ricerca di sé di una giovane donna con gli occhi bassi sullo schermo e una mano sempre occupata dal telefono. Bastano poche righe per essere catturati dalla voce di Vittoria, così trascinante, nitida, dolente, e così famelica di vita, nella speranza che quella vera possa essere all'altezza di quella immaginaria.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Questo romanzo mi è stato regalato dall'autrice in persona durante un firmacopia in una libreria dove ero entrata per fare compere qualche mese fa. Uniche due condizioni imposte, da eseguire una volta letto: acquistare una copia da regalare e scrivere una recensione su internet. Ho iniziato di buona lena a leggere, ma dopo un'ottantina di pagine ho iniziato ad accusare un senso di disagio che ha notevolmente rallentato il ritmo di lettura portandomi a terminare il romanzo dopo aver fatto una lunga pausa nonché a diradare le sedute di lettura. La causa, per me, è da attribuire all'enorme senso di precarietà e tristezza che si sprigiona dalle pagine di questo romanzo e che nemmeno la svolta imprevista subita dagli avvenimenti riesce ad alleviare. Mi dispiace molto che il senso di disagio abbia inficiato così a fondo la lettura di questo romanzo, ottenuto in una maniera così originale e inaspettata; rimango comunque profondamente grata all'autrice per avermelo donato.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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