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Questo libro è stato pensato per tracce, itinerari di riflessione e meditazione sulla condizione dell'uomo nella modernità. Lo sforzo di comprendere il presente si intreccia con quello di comprendere le problematiche di filosofia della storia, al fine di riuscire a collocare alloro giusto posto le specificità proprie della filosofia del diritto, della politica e della morale. Tre sono i plessi di questo intrico storico-esistenziale oggetto della riflessione: la razionalità, nel suo processo evolutivo che passa da ragion strumentale a ragione cinico-strategica, orientata dal «politico» e dal «giuridico», alla ragione tecnica; i grandi spazi, oceani e cosmo, quali dimensioni estranee all'uomo da dominare e luoghi privilegiati per la crescita della «tecnica scatenata»; il nomos e il nous come ultime risorse dell'umanesimo e della metafisica per «mettere in forma» la tecnica e ridimensionare le derive nichiliste del la tarda modernità. Nell'intreccio tra grandi spazi e tecnica le oraziane impiae rates (le navi oceaniche e spaziali) diventano il simbolo dell'assoluto tecnico, che rovescia in modo definitivo e irreversibile il mezzo in fine. La tecnica si trasforma in un nuovo ordine sovrano, dove la categoria di sovranità entra in crisi e dove il soggetto politico è segnato dal disincanto per i valori assoluti, attrezzato con una razionalità che non può che essere definita «ragion strategica» e che non distingue più tra bene e male nel compenetrare mezzi e fitti. L'interpretazione di alcuni stralci della dottrina dello spazio extra-atmosferico rappresenta un esempio clamoroso della realizzazione pratica di questo assunto filosofico-giuridico. Nella tarda modernità, quindi. come ha ricordato W. Benjamin. vincere deve sempre l'automa (la tecnica), ma forse per la prima volta nel pensiero si dà una opportunità alla filosofia, che si fa teologia e che aspira ad una conciliazione non forzata delle umane contraddizioni, di essere il nuovo principio speranza per l'umanità.
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