«Finché il genio dimora in noi» dice Nietzsche «siamo intrepidi, anzi come deliranti, e non facciamo caso alla vita, alla salute e all’onore; voliamo attraverso il giorno, più liberi di un’aquila e, nell’oscurità, siamo più sicuri di una civetta. Ma tutto a un tratto esso ci abbandona e altrettanto repentinamente ci piomba addosso questo profondo senso di timore: non comprendiamo più noi stessi, soffriamo di tutto quello che fu vissuto e non vissuto, siamo come tra nude rocce di fronte a una bufera e al tempo stesso simili a miserelle anime di fanciulli, che impaura un fruscio e un’ombra». Queste parole non possono certo riassumere il pensiero di un gigante della filosofia quale era Nietzsche, ma danno per lo meno il senso della direzione del suo “cercare”. Scrive Giametta nell’introduzione: «Il genio poetico di Nietzsche è fatto certamente molto delle immagini sfolgoranti che egli ha disseminato in tutta la sua opera, e nella prosa più che nei versi. Esso va ricercato in primo luogo nella sua concezione generale, nel suo slancio dionisiaco, pindarico, accoppiato a un senso profondo della tragicità del vivere. Per il filosofo, come per l’artista, la sua epoca non è che una delle sempre diverse facce dell’eternità. Egli inquadra i contenuti particolari dell’epoca, che la sua antenna capta, in una visione globale di eternità». L’autore affronta le interpretazioni che di Nietzsche diedero, tra gli altri, Giorgio Colli e Gottfried Benn, e attraverso la conoscenza quasi assoluta della sua Opera, da lui tradotta e curata in italiano, ci offre le sue conclusioni, dipanando in tal modo un gomitolo di costruzioni mentali, rendendo così comprensibile al lettore il profondo pensiero del filosofo tedesco. E conclude: «Anche il moralismo di Nietzsche bisogna prima depurarlo delle sue crasse incrostazioni perché possa infine brillare come il veicolo della sua grandezza, fatta di entusiasmo per la virtù e di eroico amore della verità, della vita e degli uomini. Nietzsche non era solo filosofo ma anche, prima di tutto, moralista e poeta e così la sua importanza è triplicata ed egli è assunto di pieno diritto nell’empireo dei classici».
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