Niente posto per le fiabe

La calda e verace Catania è lo sfondo del nuovo romanzo di Martina Ásero – Niente posto per le fiabe, edito Caravaggio editore (collana Dattiloscritti) – autrice, docente e youtuber (potete scoprire i suoi godibilissimi video dedicati ai libri e alla lettura cercando il canale Ima AndtheBooks). Una storia all’apparenza lineare, il racconto dell’inizio di una conoscenza tra i giovani banchi di scuola, la scoperta dei primi timori, il crescere spontaneo dei legami che, irrimediabilmente, ci portano a maturare, a comprendere, a porci delle domande – su di noi e sul mondo esterno. In una terra e con un linguaggio che rievoca la penna di Niccolò Ammaniti e le atmosfere tangibili dei testi di Carmen Consoli, Martina Ásero regala la sua voce a Cinzia, un bocciolo appena emerso, una figura in cerca del suo domani, un puntino di sospensione fra mille pagine bianche – alcune stracciate, altre ancora da leggere.

Scrivere una storia come quella di Cinzia e Zucca, non era facile. La bravura di Martina sta nel saper per trattare l'adolescenza e tutto il macrocosmo che orbita attorno a questa età così delicata e decisiva, con tantissima dolcezza che però, ha il retrogusto amaro del disagio e del cambiamento. Delicata, perché porta con sé una trasformazione fisica e mentale con tutti i conflitti interiori e i dubbi annessi al non sentirsi accettati o compresi. Viviamo il dramma del confronto: le curve che non spuntano e il non sentirsi ancora donna di Cinzia, ad esempio, raccontano uno spaccato vero. Decisiva, perché segna il passaggio da bambino/a a ragazzo/a con tutte le esperienze che ne derivano. La personalità inizia a calcare la mano e a definirsi in modo chiaro. Il concetto di accettazione e di appartenenza fanno rima con identità: siamo, se e solo se siamo come loro; se fumiamo, se diciamo le parolacce, se mariniamo la scuola, se facciamo a botte. Questa è la realtà della vita che si sovrappone perfettamente a quella del quartiere di Catania in cui Cinzia, la mamma e il fratellino, sono costrette a trasferirsi dopo la morte dell'uomo di casa. Dalla Catania-da-bene alla Catania-popolare dove i bambini, sono piccoli uomini e le ragazzine, donne fatte. Il trasferimento è un vero e proprio trauma per Cinzia che a soli 12 anni si ritrova in una scuola nuova con compagni che non conosce. Integrarsi non è semplice, la mamma la fa semplice, 𝑎𝑑𝑎𝑡𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑚𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑜𝑟𝑜, le dice sempre. Ma come si fa ad abbandonare quei modi che le valgono il soprannome di "signorina"? Cinzia deve imparare a difendersi non solo dai compagni ma dalla vita in generale, quella del nuovo quartiere è una palestra sia per la sua anima che per il suo corpo. Un testo che riflette su tematiche importanti, pregiudizi e situazioni che nascono dal rapporto quotidiano e dal confronto con gli altri.

Un romanzo di esordio a cui dare totale fiducia! Ambientato a Catania, racconta la storia dell'amicizia tra due ragazzini, Cinzia e Zucca. Non aspettatevi un racconto sdolcinato perché tutte le contraddizioni di una città come Catania e di una fase della vita , l'adolescenza, vengono passate al setaccio. Il ritmo della storia è incalzante, la trama coinvolgente e la scrittura lineare ed elegante. Super consigliato!