Impossibile non farsi prendere dal ritmo incalzante e dalla prorompente capacità di far ridere di questa storia che riflette due mondi paralleli: l'esistenza ai limiti dell'assurdo di una mamma di cinque figli in contrapposizione con la vita tranquilla e programmata della sorella, single e di dieci anni più giovane. La formula narrativa riesce ad accompagnarci ad intermittenza nelle vicende ora dell'una, ora dell'altra togliendoci il fiato e impedendoci di abbandonare la lettura, l'avventura inizia con questa irreale telefonata: “Dovresti tenermi i bambini... ti prometto che sarà per pochissimo.” “Stai scherzando?!?” Se non fossi malauguratamente adulta mi metterei a piangere. “Voglio te! Insomma, se ci sei tu sono più tranquilla.” “Giulia io non ho mai accudito i tuoi figli per più di dieci minuti, e mai da sola. Come puoi fidarti di me? Potrei accidentalmente uccidertene uno” alzo la voce. “Sei di nuovo melodrammatica.” “Giulia sono cinque” ringhio. Vorrei aggiungere anche che sono tremendamente ingestibili ma mi trattengo. “Viola non conta, lo sai che lei è un aiuto e non un peso.” Ho un momento di esitazione, e proprio questo decreta la mia condanna. “Allora mi faccio viva io, forse anche domani” dice lei senza darmi il tempo di replicare. “Aspetta, domani non poss... Giuli?... Giulia?” Ho firmato con tutte e due le mani la mia sentenza di morte... )
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