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Stupefacente racconto della Fallaci che scopro molto tardi, sulla vita sulla morte sull'umanità. Tante domande e poche risposte. Perché in fondo non sappiamo molto e chi dubita è tanto più umano.
Ho amato molto Oriana Fallaci scrittrice e giornalista, grande maestra di morale e di scrittura , di un amore senza riserve , di un rispetto del suo lavoro e del suo talento magnifico , cieco ad ogni critica obiettiva ad ogni ragione che non fosse imposta dal cuore piu' che dalla critica. Come ogni , vero , grande amore. E , amandola cosi' disperatamente , ho letto e riletto , nel corso del tempo , tutti i suoi libri , i suoi articoli sull' "Europeo" , i suoi tanti reportage. E , tanti anni fa , ho parlato a lungo con Michele Prisco che aveva redatto la prefazione a " Penelope alla guerra " , per raccogliere notizie su di un personaggio che ho subìto con la forza e la violenza del mito. Come ogni ragazzo degli anni settanta. Credo. In un suo libro , " Se il sole muore " , nel suo incontro con Rio , il partigiano di giustizia e liberta' di quando lei era bambina e combatteva il fascismo con loro , lei dice di se' : "pochi sono stati dominati dal mito come me...!". Anch'io. E questa consapevolezza nacque proprio da " Niente e cosi' sia " , da questa forte , disperta , testimonianza di voler essere presente dove la storia merita di essere raccontata. Merita di essere vissuta e documentata. Cristalizzata nel tempo. E , pagando sulla propria pelle i tre colpi della mitraglia a " Piazza delle 3 Culture ", il 2 ottobre del '68 , sparati dalla polizia messicana agli ordini di un governo " socialista ? " per sedare la rivolta degli studenti che si opponevano alle costose Olimpiadi di una nazione povera. E poter dire e scrivere : Io c' ero. Ecco cio'che accadde. E , quindi , non dimentichero' mai , quando , dalla stradina sterrata di Casole a Case Sparse , in Greve in Chianti , nel lontano '93 , mentre i sui cani , Pani e Gilda ci abbaiavano contro il cancello di legno e la sorella Paola ci veniva incontro , subito dopo aver suonato il campanaccio di ferro che pendeva da una vecchia cassetta delle lettere , verde , con su scritto " mail" , mentre mia nipote Caterina , di due anni , rideva al suo suono.......
Ennesima tesimonianza di come la guerra sia storicamente sempre presente nel corso della storia dell'umanità, a conferma della natura "animalesca" (nel significato più selvaggio) della razza umana. La Fallaci non rivela nulla di nuovo su quello che possiamo sapere del Vietnam, ma le riconosco il grande merito di aver saputo continuare a gridare al mondo il nostro più grande difetto.
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