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Molto descrittivo e con scarsi dialoghi - essenziali per il ritmo di una storia e per avvincere maggiormente il lettore - Nettlesfield è un romanzo storico e di formazione nel quale risalta l’ampia conoscenza, da parte dell’autrice, di usi, costumi e linguaggio del tempo, che sono fondamentali per calare il lettore nelle atmosfere e nelle abitudini tipiche dell’epoca. Narrato in prima persona, si dilunga in pagine che, però, richiedono una certa concentrazione e forse anche pazienza (Nettlesfield, dimora che dà il titolo all’opera, ad esempio, compare per la prima volta dopo ben 200 pagine). Lo stile è elegante, ricco e ricercato. I periodi sono spesso lunghi e articolati, con sapienti riferimenti biblici, greci e latini a impreziosire il tutto. Si tratta di un’opera dall’intreccio sicuramente riuscito, dal sapore classicheggiante, ma che, almeno per me, non è stata sempre di facile scorrevolezza essendo io in primis una lettrice-ricercatrice di pathos che purtroppo ho riscontrato in scarsa proporzione.
“Nettlesfield” di Antonella Vitali è uno storico che si fatica a pensare sia stato scritto ai giorni nostri. La narrazione si apre con il trasferimento di Esther nella tenuta di Melville House, dalla zia e baronessa, quando è solamente una bambina. Il libro si incentra sulla vita della nostra protagonista, su come capirà ben presto a reprimere la sofferenza, ad avere una eccellente educazione fino al debutto in società. È proprio Esther a raccontare al lettore la sua storia. Con tanti protagonisti come contorno, dai più ai meno importanti, percepiremo le difficoltà di una bambina che diventa donna e scopre i primi amori, le prime insidie e anche una grande matassa da sbrogliare. C’è un mistero che aleggia nella soffitta di Melville House, un mistero che porterà Esther su una strada completamente diversa da quella che si sarebbe aspettata. Nettlesfield, dimora abbandonata anni prima dal dottor Kinglsey, è una figura imponente e curiosa che si affaccerà e ne prenderà parte solo più avanti nel corso della lettura. Antonella Vitali ha una penna straordinaria. Il libro sembra provenire davvero dal XIX secolo, in un’Inghilterra vittoriana che parla di una famiglia, dei suoi segreti e di come il passato possa incidere sul presente e sul futuro. Uno stile incalzante, un lessico impeccabile che si avvicina ai grandi classici. Il libro è ricco di metafore strabilianti che spingono il lettore a sottolineare e a conservarne il ricordo. Un bellissimo viaggio nel tempo, in un’epoca che, personalmente, adoro con i suoi pregi e i suoi difetti. Assistiamo a una vera e propria crescita personale e ammetto che Esther mi è entrata nel cuore, così come Amine e altri personaggi che, di sicuro, non dimenticherò.
In questo romanzo l’autrice ci porta in un’epoca di altri tempi piena di fascino e romanticismo. Troviamo Esther Branwell che ci racconta la sua vita, crescendo insieme a lei. Per lei ci sono tanti progetti e primi innamoramenti, una ragazzina piena di vita. Ma il suo passato viene messo in discussione dal ritrovamento di una misteriosa soffitta. Da lì cambia tutto, cambia anche lei! Si inizia a fare delle domande e negli anni troverá anche le sue risposte finchè non scoprirà la verità su se stessa. I personaggi sono davvero ben fatti e quello che ho preferito di più è il suo fututo marito ❤️ Tutta questa storia è adornata da questa bellissima dimora “Nettlesfield” che inizialmente ci viene mostrata abbandonata ma che alla fine riesce a riprendersi la sua importanza. All’interno del romanzo troviamo anche dei caratteri molto forti e autoritari come la zia ma a quei tempi era giusto fare in quel modo… Sicuramente non è una lettura semplice!
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