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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2017
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Bellissimo. Un sequel del precedente "Ovunque tu vada" che mantiene invariato lo stile asciutto e dritto al punto della scrittrice, alternando nella struttura della trama, eventi che piano piano accompagnano chi legge in un noir appassionante e mai scontato. Attendo il prossimo romanzo che spero esca presto!
Recensioni
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“L’ambizione di certi padri é che i propri figli, alla stregua di cani addomesticati, siano grati per i sacrifici fatti per crescerli. È un ricatto affettivo come arma di riconscenza. Attraverso lo spauracchio dell’abbandono, pretendono non solo di tenerli legati a sé, ma di poter gestire la loro vita in funzione delle proprie aspettative.”
Jakob Dekas, Pubblico Ministero a Bolzano, si ritrova ad indagare su un caso di omicidio di una bellissima ragazza di buona famiglia, Claudia Von Dellemann, con la quale aveva avuto una relazione sentimentale “occasionale” alcuni mesi prima. Con lui collaborano al caso la collega Emma Blaas, Santiago Malacarne (capitano dei Carabinieri) e il Maresciallo Barra, riportando tutti gli aggiornamenti al Magistrato Innocenza. Claudia è stata ritrovata legata e soffocata in casa sua, quasi sicuramente, sentita la coinquilina, mentre eseguiva delle pratiche sessuali poco comuni – il bondage -. Ovviamente tutto deve rimanere allo scuro dalla stampa e dall’opinione pubblica, soprattutto per non screditare il buon nome della famiglia della vittima. Alla vicenda si aggiungono una serie di casi di violenza domestica su infanti, che in alcuni casi portano alla morte delle piccole creature. Per Dekas un vero rompicapo da risolvere, soprattutto con il passo di un elefante in una cristalleria: un passo falso e il magistrato Innocenza è infatti pronto a distruggere tutta la sua carriera.
“Sentì i muscoli del collo tirare. Non gli aveva creduto. Un uomo impulsivo per natura arde costantemente di un fuoco estemporaneo. Conosceva fin troppo bene le reazioni di Dekas, l’impeto emotivo che brillava nei suoi occhi cristallini. Un uomo inguaribilmente limpido, incapace di dissimulare fino in fondo. Grande difetto.”
Un giallo interessante nel suo genere, poiché, seppur a Bolzano, emergono delle consuetudini “all’italiana” che non favoriscono la risoluzione dell’indagine, ma anzi cercano di ostacolarla in cambio di favori o altro: parlo di assenza di meritocrazia, di relazioni parentali, di potere del clero, di favori agli amici, ecc. Per quanto il nostro Pubblico Ministero possa essere bravo e scaltro, se il sistema decide di farti fuori, non c’è capacità che tenga… Tu sei fuori! E dunque si crea questo effetto di tira e molla molto divertente: quando sembra di essere arrivati alla risoluzione del caso, esce sempre quell’elemento non calcolato, che insabbia quella prova e bisogna ripartire nuovamente. Un giallo all’italiana appunto!
“Nessuno esce indenne dopo essere incappato negli ingranaggi distorti della giustizia, neppure dopo un’assoluzione. In Italia era una macchina creata per colpevolizzare, non certo per cercare la verità.”
Recensione di Marco Cattaneo
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