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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
I libri della Holt sono scritti sempre con uno stile molto buono, inoltre ormai conosco tutti i personaggi e mi ci sono affezionata. Questo libro ha un finale davvero toccante e inaspettato, però lo svolgimento è troppo intricato, ci sono state delle parti in cui mi sono persa. Avrei preferito una maggiore semplicità.
certamente meno interessante degli altri libri dell'autrice,di cui sono una fan, ha un finale sorprendente
Lento, noioso e prevedibile.. mi spiace..
Recensioni
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Dopo i successi raggiunti con La dea cieca e L’unico figlio, Anne Holt disegna un nuovo straordinario caso per la detective Wilhelmsen regalandoci un thriller che mescola fantasia a fatti di cronaca vera.
Con una trama avvincente e uno stile asciutto, analitico e pungente, il romanzo è destinato a diventare un best-seller come i precedenti romanzi dell’autrice.
Giornalista ed avvocato, la Holt inizia la sua carriera di scrittrice nel 1993, pubblicando il primo volume della saga dedicata ad Hanne Wilhelmsen, una donna forte determinata e lesbica, che riesce sempre con grande intuizione a sciogliere la matassa, e quando non è lei la protagonista incontriamo la coppia Johanne Vik e Yngvar Stubø, criminologa e poliziotto alle prese con i casi più efferati degli altri romanzi della Holt.
Sempre molto attenta all’analisi psicologica dei suoi personaggi e alla loro caratterizzazione, precisa e minuziosa nella descrizione dei fatti, la scrittrice trasporta nei suoi romanzi tanto della sua esperienza lavorativa. È stata infatti procuratore e dal 1996 al 1997 Ministro della giustizia, ha quindi una conoscenza approfondita dei meccanismi investigativi e delle logiche che ruotano intorno ai casi d’omicidio e questo background professionale le consente di esprimersi con un realismo agghiacciante che tiene di continuo in suspense e il lettore, rapito dai continui ritmi incalzanti.
Nella tana dei lupi la vittima è il primo ministro norvegese Birgitte Volter e la scena del delitto il suo ufficio di Oslo. Sull’importante caso viene chiamata ad indagare la detective Hanne Wilhelmsen che concentra i suoi sospetti su un gruppo di estremisti di destra.
Alle indagini della Wilhelmsen si affiancano quelle ufficiali della polizia e degli agenti segreti che cercano in tutti i modi di mettere i bastoni fra le ruote alla detective, sporcando in più di un’occasione le prove e complicando ancor di più il rebus da decifrare. Hanne capisce molto presto di trovarsi di fronte ad un caso complicato e delicato, sia perché ci sono di mezzo i vertici della scena politica (i lupi di cui parla), e sia perché è messa in discussione la reputazione stessa del ministro. Si tratta anche di capire se si ha a che fare realmente con il cadavere del primo ministro o con un semplice cittadino vittima di un regolamento di conti.
Wilhelmsen si mette sulle tracce del presunto assassino, facendo leva sulle sue notevoli capacità investigative e seguendo percorsi e situazioni diverse che possano aggiungere un tassello al puzzle da ricostruire. Il suo compito è quello di scandagliare tutte le piste possibili, di scavare nelle pieghe più profonde della vita del ministro. Ripercorre situazioni amorose passate, indaga sugli ipotetici avversari politici, ma nulla di tutto ciò sembra portare da qualche parte e la detective è di nuovo al punto di partenza. A complicare le cose l’enorme attenzione pubblica che c’è sul caso e i tanti avvoltoi che ci si fiondano sopra.
In quest’ultimo romanzo troviamo, riecheggiati, i riferimenti alla strage di Utoya che ha molto scosso l’intera Norvegia, la Holt stessa, in un’intervista dichiarò di non aver mai immaginato un attacco terroristico di quel genere nel cuore del suo paese e che quell’evento avrebbe di sicuro modificato gli equilibri della sua nazione.
Romanzo dal ritmo serrato ed incalzante, Nella tana dei lupi mescola sapientemente realtà e finzione e propone imprevedibili colpi di scena: un mix perfetto per gli amanti del genere.
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