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Libro presentato da Raffaele Nigro nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024.Intrecciate nella genealogia e nel suo complesso legame, tre donne si confrontano e si misurano nel faticoso ma fertile cammino che è anche cura reciproca e cura di sé.
Una madre, la figlia adolescente e la nonna incrociano le loro voci raccontando quello che delle altre due hanno visto o voluto vedere. Il punto di osservazione, migrando da una all’altra, capovolge il pensiero, sospende emozioni e ricordi per lasciare il passo a quelli successivi. Si moltiplicano gli interrogativi: chi è nostra madre e quante volte questa stessa donna ci ha messi al mondo? E si può tollerare che mia madre si intenda più e meglio con mia figlia che con me? Che si intendano così bene i due poli fondamentali del mio amore e della mia esistenza? Allora si aprono porte di altre abitazioni, dimore della memoria e dello spirito, e le tre figure entrano ed escono avvicendandosi, talvolta invitando l’altra a intervenire.
Proposto da Raffaele Nigro al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione: «Non si può ignorare quello che accade nella casa accanto, dal momento che essa impegna la nostra umanità e il nostro quotidiano. Ancor più quando i vicini di casa, come in questo romanzo, sono una madre, una figlia adolescente e la nonna. Emerge dalla storia origliata attraverso i muri confinanti il conflitto tra generazioni ed epoche storicamente diverse. Mentre si alternano slanci di reciproca abnegazione e interrogativi. Nonna e madre sono al tempo stesso madri e ognuna si chiede se si riesca a tollerare che la figlia, che è anche nipote, possa intendersi meglio con l’una o con l’altra. Il romanzo diventa così un susseguirsi di interrogativi di sentimenti contrastanti, di tentativi di scavo psicologico, di ripicche e di slanci di affetto seguiti da reazioni e dubbi. Ognuna delle tre protagoniste è continuamente assalita da interrogativi e da reazioni inattese, in un gioco psicanalitico formidabile. Come in un labirinto si aprono porte di altre abitazioni, dimore della memoria e dello spirito e le tre figure entrano ed escono da ambienti diversi e contigui, si avvicendano sulla scena, invitandosi l’un l’altra ad intervenire nella discussione e a mettere in evidenza i propri conflitti interiori, le proprie difficoltà di vivere il presente. Intrecciate nella genealogia e nelle difficoltà del complesso legame, le tre donne si confrontano e fanno sì che si confrontino anche tre epoche storiche e si misurino nel faticoso ma fertile cammino che è anche cura reciproca e ricerca di aiuto. Il dialogo diventa così un mezzo terapeutico per raggiungere una resurrezione individuale.»
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