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Nel corpo della tradizione. Cultura popolare e modernità nel Mezzogiorno d'Italia
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Tutti i formati ed edizioni
In commercio dal:
17 giugno 2016
Pagine:
228 p., Brossura
EAN:
9788889009048
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francesco78
01 novembre 2006
da subito, dalle prime pagine, ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di misterioso e alquanto affascinante.scoprire mondi per me totalmente estranei e comprenderne le dinamiche,i significati,i simboli mi ha veramente aperto gli occhi e fatto riflettere sulle mie origini culturali.apparentemente sembrerebbe un libro esclusivamente indirizzato agli addetti ai lavori, ma per l'originalità degli argomenti trattati e per lo stile divulgativo,ma non banale, chiunque può comprenderne le argomentazioni se interessato alla cultura,all'intelletto e alle radici della natura umana.la potenza del libro sta nell'offrire frequentemente spunti per l'arricchimento della cultura personale e denota nell'autore un accurato, faticoso e necessario lavoro di documentazione sul campo in perfetto accordo con i metodi dello scienziato,perché è esattamente di scienza che si parla.lo consiglio a tutti,soprattutto a chi pensa di sapere tutto delle tradizioni folkloriche del mezzogiorno perché ogni tanto si fa quattro salti di tarantella in riva al mare nelle numerose iniziative proposte.prima di arrivare alla tarantella c'è ancora tanto da indagare.buona lettura.
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Dal culto delle anime del Purgatorio alle feste mariane, dal Carnevale ai santi decollati, la ricerca riflette sulla cultura popolare del Mezzogiorno in rapporto alle dinamiche di trasformazione del moderno e in polemica con alcune accomodanti riletture della tradizione. Il corpo del devoto -un corpo individuale e collettivo impegnato nel pellegrinaggio, nella danza e nella trance- diventa, nella metamorfosi rituale, una macchina simbolica e significante, strumento linguistico che evoca il travaglio delle tappe della vita e dei corrispondenti riti di passaggio. Lungo il millenario diagramma mitico, rituale e simbolico del corpo della tradizione si delinea così una storia del corpo in Occidente, delle sue maschere e delle sue trasformazioni, dove l’ arcaico si svela come l’inafferrabile rovescio della nostra civilizzazione, il suo oggetto perduto che ci permette di cogliere l’immagine di un mondo libero dal bisogno, dal rancore, dalla fatica al quale non abbiamo più il coraggio di dare spazio neanche nei nostri sogni. Nel meridione dei mille santi e delle mille madonne il sogno gode di uno statuto particolare e lo si ascolta e lo si socializza: in esso è la voce del corpo stesso che chiede ascolto e ricorda la sua originaria condizione di solitudine e di abbandono, in una rappresentazione del sacro dove la violenza dei gesti e la potenza delle immagini non serve a placare le divinità del cielo o gli spiriti della natura ma a scrutarsi angosciosamente in uno specchio.
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