Il libro si articola in due sezioni: nella prima si approfondisce il rapporto Mythos-Logos fra i maggiori pensatori occidentali, sottolineando quanto la paura abbia determinato la speculazione filosofica. Comincini ne desume il concetto di frattura, grazie al quale si interroga sul rapporto tra scienza e fede, e sul significato di "male di vivere". Le conseguenze vengono ribadite durante la disamina dell'opera d'Arte e a proposito della prova ontologica sull'esistenza di Dio. Tale "materialistico mistico", la distinzione tra Valore-Senso e Conoscenza rinnova l'analisi su molti contrasti e temi irrisolti del pensiero davanti ai grandi quesiti del Novecento: dove Nietzsche o Wittgenstein arrivavano al paradosso, Comincini propone soluzioni alternative, approdando a un quadro teoretico solido ed efficace. Nella seconda parte la scrittura e il registro si fanno più colloquiali, pur mantenendo intatta la tensione speculativa. Si indaga in particolare il vincolo coercitivo nella quotidianità tra dominante e dominato, l'uso dei media, il plagio operato da tv e cinema.)
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