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Anno edizione: 2014
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Plauso a Greppi per la sua traduzione e chiosa del testo inglese di Belzoni (1820) e all’editore per le tavole illustrate qui riprodotte. Belzoni spese poco più di 4 anni in Egitto, dal 9 giugno 1815 a metà settembre 1919. Il Narrative consiste in 6 capitoli, che descrivono i sei suoi viaggi lungo il Nilo, dal Basso Egitto alla Nubia, impegnato in scavi ardimentosi ed estenuanti, e in un settimo capitolo, scritto da Greppi, che narra il suo ritorno e le fasi finali della sua vita, quel settimo viaggio nel Benin alla ricerca di Timbuctu che segnò la sua fine. I primi due capitoli sono i più interessanti e pregnanti, quelli in cui narra con arguzia e gran sensibilità il suo incontro/scontro con il mondo egizio, il suo continuo affanno per supporto (che gli verrà in gran parte dal console inglese Salt, il quale però lo derubò della sua gloria attribuendosi i meriti delle sue stupefacenti scoperte) le lotte improbe contro la diffusa corruzione e i soprusi contro i civili, soprattutto i più umili, i fellah cui tutto era tolto e ridotti di fatto in schiavitù. E’ quasi incredibile il suo continuo andirivieni su e giù per le acque del Nilo, sempre impegnato in continui scavi, grazie alla scoperta della millenaria civiltà egizia compiuta dalle truppe napoleoniche nel 1798-1801. Tra le sue imprese memorabili: il trasporto al Cairo del busto colossale di Amenhotep III, in cui i suoi predecessori avevano fallito. La scoperta della tomba di Seti I, con il sarcofago in alabastro e i superbi affreschi, di cui l’amico Ricci fece magnifiche riproduzioni. Il rinvenimento del tempio di Abu Simbel, il capolavoro voluto dal grande Ramses II, ormai sepolto sotto la sabbia (spese un mese di duri lavori per disseppellirlo). Il 4 agosto del 1817 fu il primo a penetrare dopo migliaia d’anni nel suo interno. Non meno memorabile l’aver scoperto la camera mortuaria all’interno della piramide di Chephren e averne aperto l’accesso (marzo 1818). E’ una godibile lettura che vi affascinerà.
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