Roana, Preludio, Canzone, La Favorita, Poemetto, Notturno, Dittico, 2 Laude, Magie, Fantasia, CampitureVirgilio Mortari apparteneva a quella ristretta schiera di compositori che conoscono a fondo gli strumenti: al punto che, insieme ad Alfredo Casella, un giorno deciderà di scrivere un trattato di strumentazione poi tradotto in varie lingue e adottato in vari conservatori non soltanto in Europa. Opera sua all’80 per cento, anche perché quando nel 1946 Casella lasciò questo mondo era ancora ben lungi dall’essere conclusa: compito a cui Mortari si sobbarcò totalmente. E il flauto, quasi che il trattato fosse una sorta di partitura orchestrale, è il primo strumento che vi si incontra. Di esso, a prescindere dalla distinzione nei vari registri (grave, medio, acuto e sovracuto) Mortari sottolinea “l’omogeneità del timbro, soprattutto quando il passaggio da un registro all’altro avviene gradualmente, ed anche la sua trasparenza, la brillantezza della sonorità che aumenta man mano che si sale verso l’acuto, sino a divenire fischiante nelle note estreme; mentre il registro grave ha un timbro più caldo degli altri e tutta una sua misteriosa intensità, che dai compositori moderni è stata molto sfruttata”. (Virgilio Celletti). Virgilio Mortari è essenzialmente dimenticato, suppur in possesso di una tecnica compositiva di primo ordine e una posizione equilibrata tra le tecniche d’avanguardia e quelle tradizionali consolidate. Forse l’oblio si deve proprio al fatto che Mortari non aderisce a nessuna moda compositiva del ‘900 italiano o europeo, egli è essenzialmente se stesso, spontaneo e personale. Questo CD vuole raccogliere le composizioni da camera dove sia sempre presente il flauto, in brani che presentano soluzioni che vanno dal flauto solo, al flauto in duo con pianoforte, violoncello, voce , chitarra – al trio per 2 flauti e pianoforte, al quartetto misto.Il flautista Giona Saporiti, interprete e direttore artistico del progetto, per l'esecuzione di alcuni brani ha utilizzato un vecchio strumento Rudall Carte in legno, in alternanza al consueto flauto moderno, per suggerire un diverso impasto sonoro.
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