I Mughamat (plurale di mugham) sono l'eredità classica della culturale musicale dell'Azerbaijan, dichiarata dall'UNESCO nel 2003 «patrimonio dell'eredità culturale immateriale e orale del mondo». Ha conservato il linguaggio musicale arcaico fino ad oggi, distinguendosi per la sofisticatezza della carica emotiva. In alcuni, antichi, testi, è indicata come l'arte degli stati emotivi. L'idea artistica è, infatti, di esprimere i più sottili stati emotivi dell'uomo, nella loro grande diversità. L'arte del mughamat è inseparabile dalla poesia classica Azerbaijanae dall'Aruz, un antico sistema quantitativo di versificazione. I Mugham possono essere eseguiti come un ciclo vocale-strumentale o come singoli brani strumentali suonati su uno qualsiasi dei diversi strumenti tradizionali. La tradizione di suonare mugham come brani esclusivamente strumentali è entrata nella pratica musicale solo all'inizio del XX secolo. L'esecuzione dei Mugham richiede una formidabile memoria e un ottimo orechhio per tenere a mente l'intero repertorio e una grande capacità improvvisativa che può essere definita come compositiva. Molti degli esecutori sono infatti riconosciuti come autori di brani tradizionali come Tasnif, Reng e Deramed. I mughams non sono oggi soggetti a nuove creazioni, sono fissati nel tempo, ma non di meno all'esecutore è data la libertà di improvvisare all'interno di schemi definiti da un certo modo e di un dato vocabolario musicale. In base alla sue conoscenze, alla memoria musicale e ai limiti temporali fissati l'esecutore può ridurre o espandere le composizioni, dare caratteristiche emotive diverse alla musica, adattare le linee melodiche alle proprie esigenze mantenendo inalterate la struttura modale e le formule melodiche stabilite.
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