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Ma come??! Un autore newyorkese che mi scrive un appassionato e brillante omaggio al cinema!! Il più californiano dei precetti?? Aspetta aspetta.. forse sono io che sono prevenuta e mi attendevo semmai una dedica al teatro di New York e poi non dimentichiamo che Hollywood è Hollywood ma storicamente i primi teatri cinematografici, se ricordo bene, comparirono proprio sulla east cost a New York (confutate pure, vado a ricordo e non mi sto informando googlando), ok divago come mio solito, torniamo al fulcro del romanzo, il “tesseract” emozionale della storia che è il sogno, le vibrazioni, i pensieri spensierati, lo stupore infantile che crea l’ambiente del cinema. Ma noi siamo certi di sapere come vengono creati i sogni in celluloide? Ok adesso saranno digitali ma vuoi mettere con la bobina che viene dipanata pian piano dal proiettore?? Il taglio, gli aggiustamenti?? Evvabe’ son di nuovo partita. Domini, questo scrittore americano lo racconta a modo suo, in maniera brillante e istrionica, uno stile narrativo a metà tra il flusso di coscienza e la fantasia spiegata e senza controllo, non c’è molta linearità nei suoi giri ma sono un sacco spassosi, tra il lottare di chi crede al suo “film” e te lo racconta con un convincimento da predicante al crocicchio di strade affollate e chi vuole trovare un senso alle sue cose nelle assurdità del telone bianco, attraverso il romanzo possiamo cercare di afferrare (forse) lo spirito e la dolcezza che nascono dal sognare dentro una sala buia dove si sarai con molte persone ma alla fine sei tu e il tuo sogno nello schermo. Lui lo racconta assai bene. Consigliato.
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