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Recensioni Morte d'Urban

Morte d'Urban di J. F. Powers
Recensioni: 5/5
Morte d’Urban, piccolo gioiello letterario sinora ingiustamente dimenticato, racconta le rocambolesche vicende di un prete carismatico sullo sfondo dell’America degli anni Cinquanta. Padre Urban, prete cattolico dell’Ordine di San Clemente di stanza a Chicago, è sì uomo di fede, ma anche uomo di mondo: affascinante, dotato di una concezione aperta della vita spirituale e di un’elevata tolleranza per l’ambiguità morale, non disdegna automobili di lusso, attenzioni femminili e frequentazioni altolocate. La sua vera passione, però, è la retorica. Re incontrastato della parola, artigiano dell’omelia, star assoluta della predica: la sua reputazione come oratore si è ormai diffusa in tutto lo Stato, e i suoi sermoni sono i più richiesti. Urban ha grandi progetti per il futuro, i quali vanno però in frantumi, insieme ai suoi sogni di gloria, nel momento in cui il padre provinciale dell’Ordine lo spedisce improvvisamente in una parrocchia decrepita del Minnesota. Un duro colpo per padre Urban, che però reagisce presto e, con l’imperterrito entusiasmo che lo contraddistingue, porta la parola di Dio attraverso i campi da golf, i capanni da pesca e i barbecue del suo nuovo territorio. Ma questo inaspettato trionfo non mette fine alle sue tribolazioni... Esilarante esordio di J.F. Powers pubblicato per la prima volta nel 1962, Morte d’Urban vinse il National Book Award battendo in finale Vladimir Nabokov e John Updike. Elogiato da scrittori come Gore Vidal e Philip Roth, è un romanzo vivace e pieno di spirito concepito da un autore la cui visione peculiare gli assicura un posto permanente nella letteratura americana. «Ogni frase è una meraviglia: chiara e raffinata, sempre sorprendente, con un tocco comico che potrebbe essere descritto come un ibrido di E.B. White, Charles Portis e il Kingsley Amis di Lucky Jim. La prosa che ne risulta è puramente americana, a suo modo ruvida e nervosa come quella di Raymond Chandler, ma temperata da una splendida precisione». Donna Tartt «La scrittura è di una comicità superba e il dialogo è pura perfezione». Anthony Burgess «Ammiro le sue storie più di quelle di chiunque altro». Flannery O’Connor )
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