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Scritti di: F. Manzoni, F. Marazzi, M. Merli, R. Izzo, F.C. Rezzonico, F.C. Bevilacqua, C. Santoriello, L.D. Cerqua, G. Lunghini, S. Campanale, F. Colonna, S. Sansonetti, I. Piazzoli, F. Egidi, M. Monterisi, E. Nitti, A. Frignani, P. Grosso, M. Panucci, A. Tajana, C. Mancini, C. Monesi.
Sull'introduzione nel nostro ordinamento della responsabilità ""amministrativa"" (ma in realtà penale) degli enti da parte del D.Lgs. 231/2001 per determinati reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio, che si aggiunge alla tradizionale responsabilità penale della persona che ha commesso il reato, si è discusso e scritto molto, soprattutto da un punto di vista dottrinale, dato il carattere innovativo della disciplina rispetto alle nostre consolidate tradizioni. Rimanevano tuttavia rilevanti aree di indagine parzialmente scoperte, tra cui quella relativa all'impatto pratico di tale introduZione per le nostre imprese e per le associazioni di categoria cui esse partecipano, anche alle luce dell'estensione dei reati cui la disciplina si applica operata dal D.Lgs. 61/2002, dalla L. 7/2003 e dalla L. 228/2003.
Come è noto, il D.Lgs. 231/2001 prevede che sia esclusa la responsabilità dell'ente se questo sia in grado di provare di aver adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a prevenire la realizzazione di reati della specie di quello verificatosi.
Il volume esamina non solamente le origini e vari aspetti sostanziali e procedurali della innovativa disciplina di cui al titolo - che, come è stato osservato; comporta un diretto intervento del legislatore nell'etica e nell'organizzazione aziendale -ma cerca di dare un primo quadro di quanto fatto in applicazione della normativa in questione, attraverso testimonianze di legali e di associazioni d'impresa. I contributi che compongono l'opera potranno offrire riferimenti sia dottrinali che pratici certamente utili a chi ha la responsabilità di progettare, mettere in atto ed adeguare i modelli organizzativi.
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