"Cinquemila lire per un sorriso". Così si chiamava al suo esordio il concorso di Miss Italia, creato nel 1939 da Dino Villani, pubblicitario milanese, per sponsorizzare una nota marca di dentifricio. Inizialmente concepita come gara fotografica per corrispondenza, la manifestazione conosce un immediato successo popolare, tanto che le vincitrici sono adottate dai soldati al fronte come madrine di guerra. Terminato il conflitto, nel 1946 il concorso trova una nuova linfa nell'Italia che ha voglia di dimenticare e ricominciare. Sono gli anni gloriosi di Miss Italia, quelli passati alla cronaca per aver tenuto a battesimo donne bellissime e future stelle del cinema. Con Enzo Mirigliani, alla guida dal 1959, l'elezione della reginetta di bellezza conosce un rinnovato slancio che la traghetta attraverso i cambiamenti sociali degli anni Sessanta e Settanta, anni di luci e ombre che riflettono il clima del Paese. La formula dell'evento, aperto a tutte le "ragazze della porta accanto", si rivela vincente e consente allo storico patron di approdare in televisione. È il 1979, una data che cambierà i destini della manifestazione, avviata a diventare un fenomeno mediatico e un appuntamento fisso per le famiglie italiane. Il resto è storia recente: la fortuna televisiva, i "casi" che hanno fatto discutere, come l'elezione nel 1987 di Mirka Viola, la Miss mamma poi squalificata, o quella di Denny Mendez, nel 1996, la prima Miss di colore in un'Italia ormai multietnica.)
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