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Miracolo in libreria di Stefano Piedimonte (Guanda, 2015) La configurazione singolare del modello di business deciso da Aldo, costituisce anche la spina dorsale che muove gli eventi successivi di "Miracolo in libreria", romanzo che si presenta diviso in due parti. Una prima che racconta alcune conseguenze di questa divisione netta tra 'Libri e Non libri'. Una seconda parte che, nella sua insulsaggine, illumina il lettore su che cosa sia o non sia un romanzo, cosa sia leggere e cosa sia la vita vissuta attraverso la letteratura e, finanche, per dirla con un celebre quadro di Magritte, che cosa sia o non sia 'una pipa'. Aldo è sposato ma ossessionato dal fallimento e dalla frustrazione per aver perso il treno mancato, quell'occasione giusta che secondo lui avrebbe cambiato la sua vita da cui è dibattuto intimamente da molto tempo, quel dilemma del 'se restare o partire', tagliare con tutto e tutti, che rappresenta il dilemma della decisione che si presenta ad un punto di svolta dell'ergersi possibile alla propria soggettività morale. Il tema del romanzo è il romanzo, dunque. Ma è anche il tema dell'attesa e della speranza trattati in letteratura, cinema e teatro in mille modi ed affascinanti occasioni diverse: da Calderòn de la Barca a Goethe,da Leopardi a Beckett, da Pavese a Fellini,in un aspettando Godot di ossessione, affanno,rimpianto e speranza, di quella medesima che offre il sogno e la vita di ognuno, come sogno dentro un sogno. Per questo il libro "il treno mancato" che ha in mente Aldo e che finalmente leggiamo riportato scritto bene ed in stralcio nella seconda parte di "Miracolo in libreria" non è un buon libro, anzi non è neppure un libro, semmai una storietta qualsiasi. Ma questo neppure importa: perché, che sia sogno o realtà, come quella di Magritte non è una pipa', "Miracolo in libreria, per il suo autore Stefano Piedimonte, 'non è' appunto un libro.
Non capisco come sia stato possibile pubblicare questo ... libro? No, non si può chiamare libro un racconto di 30 pagine con annesse altre 30 recuperate da un altro libro giusto per fare numero. Neanche nelle riviste di fotoromanzi si trovano storie assurde e inutili come questa. Soldi buttati al vento.
Avevo notato quanto il livello qualitativo delle pubblicazioni Guanda fosse crollato negli ultimi mesi, ma non mi aspettavo una tale delusione: storiella ridicola assemblata a colpi di cliché, banale e priva d'interesse. Piedimonte è sempre stato un autore incapace di convincere del tutto con le sue storie, ma giustificherei un libercolo del genere, solo se rientrasse nell'opuscolo gratuito di un qualche "Chi" o "Confidenze". Sicuramente il mio ultimo a acquisto di quest'autore.
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