Mio figlio mi adora. Figli in ostaggio e genitori modello

Fare il genitore, si sa, è un mestiere particolarmente difficile, oltre a richiedere una certa dose di buona sorte. Spesso le cose si fanno non tanto ad istinto (la Pigozzi contesta il termine), ma se vogliamo "a orecchio", come succede, quando in maniera del tutto spontanea si percepiscono le note e gli accordi di una melodia, riproducendoli poi nello strumento che si suona. Fa piacere leggere che in diversi casi le cose che si erano elaborate "a orecchio" trovano riscontro scientifico e risultano azzeccate. Al centro del lavoro vi è soprattutto il rapporto madre/figlio che in questi ultimi tempi, sempre più spesso, è riuscito a generare degli autentici zombie che, apparentemente adulti, girano fra di noi, incapaci di elaborare una scelta individuale, di recidere il cordone ombelicale che li tiene incollati alla figura della madre. Il cordone si è allungato, reso estensibile, consente delle passeggiate, ma non è stato tagliato. Una sorta di guinzaglio del tipo di quelli utilizzati per i cani per la passeggiata/pisciatina quotidiana. Non mancano i riferimenti alla figura paterna e al significato della famiglia; numerosi i riferimenti biblici o i richiami letterari o a film. Un'opera utile per il genitore, per un ragazzo, per un operatore scolastico, un educatore per una riflessione a volte ruvida, ma sempre utile.