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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
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Il libro narra di Victor Baton, un personaggio bizzarro, eccentrico ma tenero a cui ci si affeziona facilmente, una sorta di Eleanor Oliphant al maschile ma dal gusto molto più retrò. Un libro scritto negli anni '20 che, in pieno stile surrealista, non ha una vera trama a cui aggrapparsi ma si concentra sull'espressività del soggetto. Una lettura piacevole e un po' fuori dal comune.
E' possibile compendiare il libro di E. Bove in una frase di un suo ammiratore, Samuel Beckett "Nessuno come lui ha il dono del dettaglio emozionante". La scrittura è essenziale ed il tema trattato è quello del godimento nella mancanza: la "solitudine" è sofferta ma anche, e sopratutto, ricercata altrimenti motivo di una perdità d'identità. C'è dentro la logica del soggetto desidertante che si sostiene proprio perchè solo desiderante e, pertanto, eternamente mancante. Il libro mi è piaciuto. Ritorno all'argomento "la solitudine", usurato se non letto con logiche diverse.
Victor Baton, protagonista de I miei amici, amici non ne ha. Li avesse, dedicherebbe loro le più tenere premure, li circonderebbe di attenzioni, li onorerebbe di una fedeltà addirittura canina! In realtà, in questa figura di reietto magistralmente tratteggiata, a un autentico bisogno di calore umano si accompagnano, costanti, la suscettibilità e la diffidenza; la più opprimente solitudine convive col calcolo e con l’affettazione. Sagace nocchiero, Bove scansa alla grande le secche del patetico, dando vita a un personaggio per nulla edificante, afflitto da un’infelicità immedicabile, e tuttavia sgradevole, irritante e vanesio («La mia bontà è infinita», dichiara candidamente, lagnandosi dell’ingratitudine di quanti non hanno saputo apprezzarla, e quando gli capita di soccorrere qualcuno, ritiene che ciò lo collochi in una posizione di superiorità morale che si aspetta di vedere prontamente riconosciuta). Bove esordisce, appena venticinquenne, con un libro memorabile, di cui stupisce soprattutto l’acutezza dello sguardo, nonché la maestria nel rendere, con pochi tocchi, ambienti, caratteri, situazioni e stati d’animo. Talento cristallino.
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