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Molto interessante, ma...dunque, chi manca nella lista dei personaggi che la Lear ha incontrato in questo affascinante spaccato di vita al fianco di Dalì? Mmmh credo solo il Papa, Breznev e Mao... Favolosa! Eppure uno chiude il libro e si chiede ancora chi sia veramente. Un mistero.
Il libro ripercorre i lunghi anni di sodalizio vissuti dalla star di origine franco-cinese con l’artista di Figueras, conosciuto nell’autunno del 1965 a Parigi, quando l’allora diciassettenne Lea si manteneva agli studi presso le Belle Arti posando come indossatrice; sodalizio che sarebbe continuato fino alla morte del pittore (nel 1989) se ad impedirlo non fosse stato egli stesso, asserragliatosi “sua sponte” nell’ermo castello di Pubol, ormai vecchio e malato e restio ad ogni visita.Ricco di aneddoti inediti e interessanti - cui fa da cornice un suggestivo repertorio fotografico, il libro ricostruisce, in una narrazione di godibile lettura, la movimentata vita della coppia nei suoi frequenti spostamenti a Londra, Parigi, New York, Cadaquès (residenza estiva del pittore sulla Costa Brava), soffermandosi spesso in notizie curiose come il simpatico e cortigiano entourage dell’artista, le frequentazioni illustri, il ballo surrealista, il collaboratore Bea, il rapporto di amicizia con la moglie Gala, il resoconto delle loro visite a musei e a luoghi di incontro esclusivi, le considerazioni del pittore talora provocatorie e discutibili sull’arte e la politica, sulla religione e il sesso - considerazioni che aiutano peraltro a fare luce su molti aspetti dell’operato daliano. Lungi però da alcun pettegolezzo spicciolo, se Amanda Lear sa entrare nella vita dell’artista con discrezione e uscirne in punta di piedi, come nel delicato e rispettoso ricordo dell’ultimo incontro al buio con il “petit Dalì”, il libro diventa occasione per ricostruire alla sua autrice un quindicennio esemplare della propria vita; vita tutt’altro che “dalìdipendente”, spesso invece conflittuale con quella navigata in compagnia del nostro. Un libro, altresì, da cui emerge il ritratto di un’artista eclettica, che non è mai venuta meno all’amore per la pittura, memore degli insegnamenti di un maestro eccezionale al ricordo del quale il presente libro è un omaggio appassionato e sincero, prima ancora che la cronaca e il resoconto di un mito. (D.S.)
Un libro molto scorrevole e consigliatissimo per gli amanti del genere biografico. Un profilo inedito del grande genio del surrealismo e un tassello in più da iserire nella poliedrica vita di Amanda Lear: una donna graffiante e intelligente che ha dimostrato ancora una volta di essere una grande artista.
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