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E domani? Quando tutto sarà finito. La gente leggerà il nostro dolore stampato nei libri, seduta in poltrona. Un altro tassello della storia del genocidio armeno è contenuto in questo drammatico testo, in cui una nipote ricostruisce, anche con frammenti di foto e di testi, la vicenda tragica della propria famiglia. Accostando i ricordi che la nonna le affidava, anche contro la volontà della madre che avrebbe preferito preservare la figlia dal dolore, l’autrice ricostruisce, nei propri ricordi di una vita comunque segnata da quell’evento terribile, uno tra gli innumerevoli drammi attraversati dal popolo armeno.
E' una storia scritta a due voci, una nonna e una nipote. Praticamente quello che avrei voluto fare tante volte con la mia, di nonna, che pure ha avuto una storia tutta particolare. Serphouhi Hovaghian scrive un diario tra il 1915 e il 1917. E' il diario di una deportazione, delle fughe continue dalle carovane umane, in cerca di salvezza. Un diario di abbandoni e di disperazione. Con gli occhi e con il cuore di una bimba di non più di 10 anni, l'autrice accompagna il racconto della nonna con la sua percezione della Storia. Una voce delicata e innocente che spiega uno dei più brutali genocidi del 20. secolo.
Riflessioni dolorose, annotazione di morte affidate a pagine sgualcite dal tempo ma impresse a fuoco nella mente della nonna di Anny che ha visto la sua famiglia deportata e massacrata e che ha perso tutto. Una lettura che mi ha portato a domandarmi quanto ancora non conosco dell'orrore che viene perpetrato durante le guerre ma allo stesso tempo una lettura che mi ha fatto piacere portare avanti per restituire, attraverso il mio piccolo e microscopico contributo,la dignità perduta al popolo armeno.
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