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Metello di Pratolini - copertina
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Descrizione


Vasco Pratolini Una Storia Italiana I Metello - Nona Edizione Valecchi editore Trama (Attenzione Spoiler) Il protagonista del romanzo, Metello Salani, è figlio del renaiolo[1] anarchico Caco, morto affogato nell’Arno in un incidente di lavoro; la madre invece era morta di parto pochi mesi prima, e il bimbo era stato messo a balia fuori Firenze, da Isolina Tinaj. Alla morte del padre, Metello viene allevato insieme ai figli naturali dei Tinaj fino ai 15 anni, lavorando la campagna. A causa di problemi con le forze dell’ordine Eugenio, marito di Isolina, decide di cercare lavoro in Belgio e parte con la famiglia, escludendo però Metello che non ottiene il permesso non essendo adottato. Il giorno in cui i Tinaj partono dalla stazione, Metello scappa e raggiunge Firenze, la città in cui è nato, dove trova per caso lavoro come scaricatore presso i mercati generali. Qui viene preso in simpatia da Betto, un anarchico che era stato amico di suo padre Caco: nonostante abbia un minimo d’istruzione, fa un lavoro umile e, a causa dell’attività repressiva della polizia contro le organizzazioni operaie, entra ed esce di prigione; Betto insegna al ragazzo a leggere e scrivere e assume la funzione del padre che gli è sempre mancato. Metello comincia a lavorare come manovale nell’impresa edile Badolati. Un giorno Betto scompare nel nulla, nessuno se ne interessa; Metello si reca a denunciare la scomparsa alle forze dell’ordine che, per tutta risposta, gli fanno trascorrere due giorni in carbonaia. Nei due giorni passati in carcere sente per la prima volta parlare di socialismo, uguaglianza, e di lavoro che va pagato equamente. Per arrotondare la paga, dopo il lavoro si reca presso famiglie di ortolani dove intesse una relazione con Viola, una vedova di mezza età che lo inizia al sesso e a trattare con dimestichezza le donne. In cantiere viene anche promosso “mezzo muratore” e si iscrive alla Camera del Lavoro, dappertutto i socialisti stanno soppiantando gli anarchici. A vent’anni Metello parte per il servizio militare a Napoli, i tre anni più inutili della propria vita. Una volta congedato torna a casa; Viola si è sposata con un uomo di 18 anni più giovane, ha avuto un figlio che probabilmente è di Metello. Dopo un periodo di difficoltà, viene di nuovo assunto dall’ing. Badolati, anche se il padrone si è accorto che il giovane è molto vicino ai socialisti. Durante lo sciopero delle sigaraie infatti Metello dà una mano ai compagni della Camera del Lavoro. Un giorno il suo collega muratore Pallesi, vecchio anarchico, muore cadendo dall’impalcatura; al funerale Metello conosce la figlia Ersilia, quindicenne, che lo ringrazia per la colletta a favore della famiglia. Arrestato durante i moti operai del maggio del 1898, mentre si trova in carcere sente dalle finestre la voce di Ersilia venuta a confortarlo insieme alle moglie e alle madri degli altri operai; Metello decide che la sposerà appena uscito di galera. Mentre si trova deportato al confino, Ersilia trova lavoro in un laboratorio di fiori finti; il padrone si invaghisce di lei e vuole sposarla, lei accetta spinta dalla miseria ma si ricrede quando si accorge che lui disprezza i manifestanti in lotta per il pane. Lascia il lavoro, viene assunta come faticante all’ospedale, intreccia una fitta corrispondenza con Metello; quando lui viene liberato con sei mesi d’anticipo, il 5 gennaio 1900, si presenta di sorpresa all’ospedale dopo che Ersilia ha terminato il turno di notte ed è così che diventano ufficialmente una coppia. Lei ha quasi vent’anni, ha già predisposto tutto per ospitarlo a casa della madre nel quartiere di San Frediano. Metello viene riassunto dall’ingegnere Badolati e ora il lavoro non manca; i soldi sono comunque pochi ma con la buona volontà e l’amore la loro unione si consolida. Nasce un figlio al quale mettono il nome di Libero. I due si trasferiscono in affitto in Oltrarno; nella nuova abitazione Ersilia, che ha lasciato il lavoro in ospedale, stringe amicizia con le vicine; si incontra spesso in particolare con Ida Lombardi, giovane sposa di un mosaicista, che sembra covare una passione per Metello. Dal Belgio torna a sorpresa Olindo Tinaj, fratello di latte di Metello, che dopo 10 anni di lavoro in miniera ha avuto un incidente. Rimpatriato con la famiglia, ha bisogno di un lavoro e spera che Metello possa farlo assumere come manovale. Metello si iscrive al partito socialista (che ora ha rappresentanti in Parlamento e un quotidiano nazionale) e viene tenuto in alta considerazione sia in cantiere che alla Camera del Lavoro. Sempre disponibile verso i compagni, è anche consapevole delle sue responsabilità e dei doveri di marito e padre. È pronto a battersi per una grave ingiustizia o un sopruso intollerabile ma è anche conscio del fatto che lavorare è necessario per guadagnarsi il salario e assicurare una tranquillità economica alla famiglia. Il 4 aprile 1901 Metello partecipa a un congresso dei lavoratori edili in un teatro romano, con delegati di tutte le regioni d’Italia. Si decide lo sciopero per ottenere un piccolo aumento di paga oraria, Metello sarà il delegato dei lavoratori per trattare con l’ing. Badolati. Dopo 2 settimane di sciopero, messo in atto l’anno seguente, nei vari cantieri i muratori trovano affisso un cartello che dice che coloro che fossero tornati a lavoro il lunedì successivo avrebbero avuto il lavoro assicurato per tutta la stagione, gli altri invece si potevano considerare licenziati. Gli animi cominciarono a vacillare dopo il secondo sabato senza salario. Metello è combattuto e sente la responsabilità sulle proprie spalle: non sa se capitolare o meno. Metello si scopre intanto invaghito di Ida, alla quale il suo pensiero è sempre rivolto. La sua attrazione nei confronti della donna è puramente fisica; l’occasione si presenta un giorno in cui la moglie Ersilia è andata con Libero a trovare la madre a San Frediano, e Ida, sola in casa, invita Metello a bere un’aranciata: i due finiscono con il fare l’amore. Ersilia scopre subito e per caso la tresca. Soffre ma non prova risentimento verso di lui, si sente tradita dall’amica. È con lei che vanno regolati i conti ma senza scalpore, senza tragedie. Quando la sera del giorno dopo Ida torna dall’appuntamento con l’amante, Ersilia è sul pianerottolo che l’attende. La prende a schiaffi, e quando arriva suo marito Cesare, Ersilia si inventa che l’amica ha preso un’insolazione. Metello torna a casa corrucciato poiché alcuni muratori esasperati e ridotti alla fame vogliono riprendere il lavoro, tra questi Olindo e il Tedesco. Del Buono, il segretario della Camera del Lavoro, tenta in tutti i modi di convincerli a resistere, arrendersi proprio ora vorrebbe dire lasciare carta bianca ai padroni per il futuro, consentendo loro di dettare tutte le condizioni di lavoro. Gli imprenditori cercano pretesti per perseguire i capi della sommossa e i rappresentanti dei vari cantieri, tra cui Metello stesso, e la trovano in una rissa tra scioperanti. Del Buono e altri vengono arrestati e la Camera del Lavoro chiusa. Metello non si sente in colpa nei confronti di Ersilia perché per lui la relazione con Ida non ha contato nulla, è solo attrazione fisica. È invece inquieto per un possibile fallimento dello sciopero per il quale si sentirebbe in colpa, dato il comportamento del fratellastro Olindo: se lui fosse stato con i compagni invece che con Ida, lo avrebbe sicuramente dissuaso dal rompere l’unità dei muratori. Al mattino molto presto, gli scioperanti più attivi si recano si recano ciascuno sul posto di lavoro per tentare un picchettaggio ma scoprono con amarezza che i crumiri hanno dormito nel cantiere. In tutti i cantieri è stato affisso un cartello che ordina a tutti quelli che intendono riprendere il lavoro di sottoscrivere una dichiarazione con la quale riconoscano eque e legittime le tariffe fissate dall’Associazione Costruttori Edili) e si impegnino per il futuro a non partecipare più ad alcuna manifestazione promossa dalla Camera del Lavoro. Nel cantiere Badolati si comunica inoltre il licenziamento di tre muratori, tra cui Metello. Alla presenza della forza pubblica, l’ingegnere domanda uno per uno agli scioperanti di rientrare ma nessuno accetta, e subito scoppia una rissa tra i “crumiri” e gli oltranzisti. Un poliziotto spara e colpisce in pieno petto il Tedesco, accanto a Metello. Il muratore viene portato all’ospedale, e quasi contemporaneamente arriva Del Buono in calesse, appena scarcerato per ordine del Prefetto. Infatti a Roma il primo ministro Giolitti ha costretto le associazioni dei datori di lavoro a accordarsi con i sindacati. I licenziamenti sono stati annullati e la Camera del Lavoro riaperta. I lavoratori ottengono un minimo aumento di stipendio; sono anche arrivati i soldi della sottoscrizione tra gli altri operai. Tuttavia, appena ripreso il lavoro avviene un incidente mortale, il decano dei muratori Lippi e il giovane Renzoni precipitano nel vuoto e perdono la vita. Anche il Tedesco muore sotto i ferri chirurgici. Ida parte per il mare con il marito Cesare, al ritorno si trasferiranno in un’altra casa. La mattina seguente Metello viene arrestato insieme a tutti gli altri muratori oltranzisti che si sono prestati al picchettaggio. Vengono imputati di attentato e ribellione alla forza pubblica, istigazione alla sommossa e associazione a delinquere e tenuti in carcere senza processo per 6 mesi, prima di essere scarcerati per l’inconsistenza delle accuse. Durante la carcerazione, a casa Salani arriva una busta anonima che contiene un biglietto da 100 lire; Metello comprende che il mittente non può essere che Viola. Intanto Ersilia scopre di essere nuovamente incinta. A dicembre finalmente i 19 ex scioperanti vengono rilasciati; una volta di più Metello esprime il proposito di non occuparsi più di politica, ma forse è il primo a non crederci. Fonte: Wikipedia
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