«Questo fascicolo di "atque" si occupa della questione della metamorfosi del vivente che in vario modo attraversa differenti filoni di ricerca scientifica in zone di confine della psicologia e la psicoterapia che tanto possono giovare proprio al pensiero psicologico e psicoterapeutico e i relativi saperi. Come sappiamo, il termine "metamorfosi" ha una lunga storia. Già nella mitologia greco romana, come attesta l'opera di Ovidio, la metamorfosi esprime la dinamica del rapporto tra il mondo degli dei e quella degli uomini: una dinamica che ha sempre come scena e spesso come protagonista il mondo della natura in ogni suo aspetto. Se pensiamo poi alla tradizione democritea ed epicurea vediamo stabilirsi una persistenza del principio della metamorfosi anche nel naturalismo settecentesco: per esempio, con le ricerche di Linneo e quelle del Goethe scienziato (...). Ma il principio della metamorfosi del vivente con i relativi esiti che qui si vogliono discutere, ha ispirato e continua a ispirare la letteratura, e più in generale, l'arte contemporanea. Basti citare qui l'eponimo racconto di Franz Kafka ma anche la parte più visionaria della cinematografia di Cronenberg, da The Fly (La mosca) a Crash. Molti sono gli ambiti di ricerca dove la visione morfologica è attualmente presente. Nell'ordine che qui ci siamo dati, tale prospettiva il lettore la troverà dispiegata in otto ambiti diversi ma variamente confinanti tra loro, e precisamente: nel versante antropologico della filosofia, nella storia della letteratura tedesca, nella filosofia della scienza dove la sua pratica si intreccia con i problemi biologici e insieme psicologici dei trapianti, nella storia dell'estetica, nella filosofia della scienza e della tecnologia, nella filosofia delta mente e il suo approccio sistemico, nella fisica teorica e i suoi studi di fisica dei sistemi biologici e del cervello, così come - per concludere - nell'intreccio tra filosofia, biologia e letteratura.» (Ubaldo Faciliti e Paolo Francesco Pieri)
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