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Forse non è il mio genere preferito, ma dopo un po' questo romanzo stufa e quello che succede sembra prevedibile capitolo dopo capitolo. Insomma, man man che prosedi nella lettura ti viene da dire: "...ah ecoo...me l'aspettavo...". Inutili i paragoni con "Il Nome Della Rosa", che appartiene a tutt'altro genere, anche se forse il modello per Simoni resta quello. Non è una gran lettura e il libro non mi è piaciuto molto.
Primo testo di Simoni che leggo. Capisco che l'intrigo medievale sia difficile da affrontare dopo realizzazioni perfette del passato, ma onestamente speravo in qualcosa di meglio, sia a proposito della trama che dello stile narrativo.
Molto bello e avvincente!letto in 3 giorni. Molto scorrevole e capitoli brevi 2-4 pagine massimo. Sulla tipologia de"La confraternita delle Rune". Ottimo per appassionati del genere.
Recensioni
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Premio Bancarella 2012
Il mercante di libri maledetti rappresenta l'esordio narrativo di un archeologo-bibliotecario che ha saputo raccogliere queste sue competenze e creare una vicenda avventurosa, credibile ed enigmatica, oltre che storicamente ben determinata, che ruota proprio attorno a un misterioso e potente libro.
Siamo all'inizio del XIII secolo in una fredda sera di fine inverno in uno dei luoghi più misteriosi e leggendari d'Italia, l'abbazia di San Michele della Chiusa, la Sacra di san Michele, all'ingresso della Valle di Susa.
Un monaco, Vivïen de Narbonne, trova conficcato sull'uscio della sua cella un pugnale che regge un chiaro messaggio: una sentenza di morte, anzi, peggio, la certezza di una lunga tortura per fargli confessare il segreto che solo lui e Ignazio da Toledo conoscono. Meglio la morte. Sellato velocemente un cavallo, il monaco tenta di fuggire lungo il pendio del monastero, ma precipita nel vuoto e non c'è un angelo a salvarlo come era accaduto alla bell'Alda.
Non molto lontano da lì - sulla costa adriatica nei pressi di Venezia - e pochi anni dopo Ignazio da Toledo, un mercante converso di cui si dice che "durante il sacco di Costantinopoli abbia messo le mani su alcune reliquie, ma anche su libri preziosi, certi addirittura di magia", riceve l'incarico da un appassionato aristocratico di cercare "un libro in grado di sciogliere misteri inimmaginabili, al di là delle cognizioni di qualsiasi filosofo o alchimista".
È l'Uter Ventorum, Otre dei Venti, "un libro copiato da certi manoscritti persiani che conterrebbe il metodo per evocare gli angeli. Le creature soprannaturali, una volta evocate, saranno disposte a rivelare i segreti dei poteri celesti".
Per concludere l'affare con il conte, il proprietario del libro ha richiesto la mediazione di Ignazio da Toledo. Vuole incontrarsi unicamente con lui. Solo a lui cederà l'Uter Ventorum. Sostiene di conoscere molto bene Ignazio e da lungo tempo. È Vivïen de Narbonne.
Ma allora, non è morto precipitando dalla montagna? Gli uomini mascherati del tribunale segreto non l'hanno raggiunto? E chi sta seguendo Ignazio e il suo giovane aiutante tra Italia, Spagna e Francia sulle tracce del libro abilmente nascosto?
A cura di Wuz.it
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