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2015
Tascabile
29 ottobre 2015
225 p., Brossura
9788817084000

Descrizione

Un racconto emozionante su uno dei periodi più tragici del secolo scorso che invita a non chiudere gli occhi davanti agli orrori di ieri e di oggi, perché «la chiave per comprendere le ragioni del male è l’indifferenza: quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore».

«La violenza razzista è ormai un fiume senza argini, prodotto di una pazzia collettiva sapientemente alimentata dai seminatori di odio. I giovani devono conoscere quello che è realmente accaduto: è l’unico modo per porre un argine alla violenza presente e futura.» – Liliana Segre

«Se è necessario assegnare una scorta ad una signora anziana che non ha mai fatto male alcuno, ma che il male lo ha subito da bambina come Liliana Segre, vuol dire che gli interrogativi relativi alle differenze tra indifferenza, solidarietà, aiuto vicendevole da un lato e intolleranza e contrapposizione dall'altro non sono alternative retoriche e astratte ma estremamente concrete.» – Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica

«Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere.» Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come "alunna di razza ebraica", viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa "invisibile" agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent'anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. «Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea». Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d'eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l'adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all'amore del marito Alfredo e ai tre figli.

Valutazioni e recensioni

4,9/5
Recensioni: 4/5
(85)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

Un viaggio in uno dei momenti più bui della storia ma raccontato con le parole discrete e dissacranti di una bambina. Sembra un diario da poter far leggere a scuola anche ai bambini delle elementari ed attraverso questo fargli comprendere il grande dolore che LiLiana ed altri come lei si portano nel cuore

Recensioni: 5/5

Un libro che non può assolutamente mancare nella propria libreria. Intenso, emozionante. Fa riflettere tanto. Lettura scorrevole, e quando si legge sembra di sentire la voce dell'autrice.

Recensioni: 5/5

Liliana Segre ha otto anni quando nel 1938 le leggi razziali le vietano di frequentare la scuola, perché di “razza ebraica”. A quella inspiegabile privazione ne seguiranno molte altre per sé e per la sua famiglia, fino all’arresto sul confine svizzero e la deportazione ad Auschwitz. Straziante ma assolutamente privo di qualsivoglia incitamento all’odio nei confronti dei carcerieri, è il racconto di quell’anno di prigionia, in cui la protagonista è sospesa tra la vita e la morte. Tornata a Milano orfana e traumatizzata, dovrà ritornare alla vita e trovare il proprio posto nel mondo, affrontando gli effetti di quello che aveva vissuto ma anche con l’incomprensione e l’indifferenza di chi la circondava. Fondamentale per la sua rinascita è stato l’incontro con Alfredo, il suo futuro marito, che l’ha amata, compresa e difesa fino alla sua morte. Determinante per fare i conti con quel passato che avrebbe potuto ucciderla pur facendola restare in vita, è stata la decisione di condividere la sua storia, prima nell’Istituto delle Marcelline in cui aveva studiato e poi nelle scuole. Mi è piaciuta molto la scelta narrativa di raccontare la vita dopo Auschwitz. Bellissime e degnissime di essere lette anche l’introduzione di Enrico Mentana ed i discorsi pronunciati in Senato ed in altre occasioni dalla Senatrice a vita.

Recensioni: 5/5

È la scoperta della personalità di Liliana Segre che racconta se stessa con una umiltà insospettata. La sua grande dignità presenta l'orrore e lo stato più devastato del corpo umano suscitando grande rispetto e rendendo la lettura senza angoscia. Pesante la prefazione di Mentana che avrebbe dovuto essere la metà per evitare il rischio di "rubare la scena" alla protagonista.