Metà del XII secolo. Il Mediterraneo attraversa un momento di tensione politica e religiosa: in Oriente Saladino si prepara ad assalire Gerusalemme e in Occidente gli invasori almohadi dilagano nella Spagna sefardita, imponendo ovunque il proprio dominio. Sono tempi agitati quelli in cui vede la luce, nella città di Cordoba, Mosè ben Maimon, medico e filosofo, meglio conosciuto come Maimonide. Figlio di uno dei più autorevoli rabbini dell'epoca, il piccolo Mosè impara a prendere le misure del mondo in seno alla lussureggiante tradizione erudita degli ebrei della Diaspora; fino a sperimentare sulla sua stessa pelle la condizione dell'esilio, cui è costretto insieme a tutta la famiglia dopo che i dominatori arabi hanno imposto al padre di ripudiare pubblicamente la propria fede e di abbracciare l'Islam. Seguiamo così un Maimonide ormai uomo attraverso i suq e le scuole di medicina, le sinagoghe e i palazzi, i porti e le città di Spagna, Marocco, Terra Santa ed Egitto; al cospetto di pazienti umili e grandi, di studiosi ebrei e medici arabi, la sua autorevolezza è tale da sovrastare i conflitti religiosi e culturali ispirando ovunque stima e rispetto. )
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