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forse il primo che ho letto di Vitali, e mi ha conquistata subito
Uno dei migliori Vitali. Premetto e concludo: si deve leggere Vitali solo dopo aver letto, riletto, e letto ancora...ogni cosa che ha scritto Piero Chiara. Il maggior merito di Vitali è infatti quello di riprendere, nel suo piccolo, quella poetica.
Sono un'affezionata lettrice di Vitali e ho letto questo libro in poche ore perchè non riuscivo ad abbandonarlo. Divertente, curioso, incalzante. I personaggi, come nella tradizione di Vitali, sono molti, ma tutti ben caratterizzati e unici. La storia cambia continuamente obbiettivo ed è impossibile prevedere come si possa evolvere. Assolutamente consigliato.
Recensioni
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«Sono il meccanico Landru», si presentò il forestiero, gli occhi fissi a terra. Il Musante temette di non aver capito bene. O che quello lo stesse prendendo in giro. Fece per ribattere. «Mi saprebbe indicare da che parte sta il convitto del cotonificio?» lo anticipò l’altro. Ma al Musante la lingua prudeva. «Landru?» chiese. «Come quel tizio francese?».
Puntuale come ogni inverno, torna il romanzo di Andrea Vitali, l’autore di Olive comprese e Almeno il cappello, con la corriera dei suoi personaggi colma di humour, levità e atmosfere anni Trenta. Lo scrittore del Lario, con Il meccanico Landru, reinventa una storia riequilibrando divagazioni e aneddoti (una prima versione del romanzo era stata pubblicata nel 1992), arricchendola di vicende e personaggi, ma soprattutto della sua esperienza umana e artistica.
Attraverso una vicenda di apparente semplicità, il libro racconta come l’irruzione di un elemento estraneo, l’arrivo di uno straniero, possa alterare i fragili equilibri di una comunità di persone che si regge su abitudini, frequentazioni e tradizioni consolidate. E lo mostra con grazia e leggerezza, attraverso una piccola folla di personaggi d’antan destinati a imprimersi, come sempre capita con i romanzi di Vitali, nella memoria dei lettori. In sottofondo assistiamo alla lotta tra due giovani politici del Partito Nazionale Fascista in carriera, l’irruente Aurelio Pasta e l’astuto Eumeo Pennati. Intorno a loro, si muovono l’intrigante prevosto don Ascani e il medico del paese, il dottor Lieti, che cura gratuitamente gli operai. Altre figure chiave del romanzo sono il direttore dello stabilimento, l’ingegnere Luigi Galimbelli, monarchico dichiarato e retrocesso da dirigente a direttore del cotonifico per non aver mai preso la tessera del Partito e il capostazione di Bellano, Amedeo Musante, puntuale confidente del maresciallo Rodinò. Poi ci sono loro, le tre giovani donne protagoniste di tutta la narrazione: la rossa e focosa Mirandola Gilardoni, la timida ma determinata Emilia Personnini, segretaria del direttore del cotonificio bellanese e Maddalena d’Elia, la bella e giovane vedova alla ricerca di un possibile riscatto. In mezzo a loro, a creare risse e scompiglio, turbamenti amorosi e licenziamenti, il meccanico Landru Angelici, scansafatiche e opportunista e i suoi colleghi comprimari. Landru ha non a caso lo stesso nome di quel tizio francese, quel Henri Landru detto anche Barbablù, un criminale e assassino seriale che creò lo scompiglio nella Parigi di fine Ottocento. Anche il meccanico Landru Angelici, con la sua aria fascinosa e i suoi modi di fare bizzarri, creerà vari turbamenti fra le famiglie bellanesi, lui, lo straniero che di giorno ripara i telai dei cotonofici e che nel tempo libero si dedica alle donne.
Andrea Vitali, con questo nuovo intenso romanzo, ci riporta sulle rive del lago di Como accanto ai suoi personaggi tipici e affabili, veri o verosimili, facendoci assaporare come una spezia il denso odore dell’acqua immobile e scura del Lario. «È un profumo che droga, quello del lago d’estate, ricco e pesante, - ha scritto Vitali - bisogna saperlo portare». È il profumo che emanano le pagine di questo suo nuovo libro, una storia rubata dai ricordi dell’autore e restituita oggi scritta su carta. Una storia che non conoscevamo e che aspettava solo di essere scoperta e raccontata.
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