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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"Pauline si lasciava trascinare disordinatamente dalla vita, mentre Michael procedeva con metodo.Pauline si sentiva autorizzata a dire qualsiasi cosa le passasse per la testa, mentre Michael soppesava ogni parola...Per lei era sempre o tutto o niente-ogni nuova conoscente era subito la sua migliore amica, ogni minima discordia la fine dell'amicizia- mentre per lkui il mondo era meno netto, piu' ricco di sfumature."
Davvero un bel romanzo: scorrevole la scrittura, spesso sorprendente per l'acutezza delle notazioni psicologiche in una quotidianità che avrebbe potuto essere scontata e banale. In particolare mi ha colpito l'espediente di "far trascorrere" lunghi periodi di tempo passando da un capitolo all'altro. C'é un effetto sorpresa ogni volta, e arrivi senza accorgerti alla vecchiaia di chi è rimasto. Lo consiglio vivamente.
a mio avviso questo è il più bel romanzo della Tyler, sempre sulla scia dei suoi consueti personaggi e nel luogo di tutta le sue storie, Baltimora,ma con una marcia in più, a mio avviso. E' sempre presente,all'interno della vicenda,la Storia a fianco delle storie,lo spaccato di una società in evoluzione a fianco delle vicende personali. Si sorride e ci si commuove, c'è il dolore e ci sono le infinite gioie dell'esistenza.Non c'è mai il ripiegamento banale sull'ovvio.Niente è mai del tutto come sembra: questo è il messaggio,ma il mutamento,anche se traumatico, produce forza e mai disperazione.
Recensioni
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"Tutti quanti, tutti i giovani che si erano sposati in tempo di guerra, avevano incominciato la loro avventura insieme ugualmente ignoranti. Li immaginava che marciavano in una via del centro, come il giorno in cui lui si era arruolato come volontario. Poi a due a due si staccavano, diventavano man mano saggi e maturi e cominciavano a sentirsi a proprio agio nei rispettivi ruoli, e alla fine rimanevano solo lui e Pauline, inesperti come all'inizio: l'ultima coppia rimasta nella parata dei dilettanti".
Nelle pagine di Anne Tyler il fuoco cova sempre sotto la cenere. I personaggi dei suoi romanzi sembrano banali esemplari tratti dalla middle class americana, ma covano in sé una tendenza allo scarto imprevedibile, alla deviazione, che li rende dei dilettanti della vita, degli improvvisatori.
In questo senso il titolo del nuovo romanzo della scrittrice americana, ormai di culto anche da noi, assurge a emblema di tutta la sua narrativa.
Dal 1941 al 2001, sessant'anni di vita di una coppia male assortita e dei loro figli e nipoti, si snoda lungo dieci capitoli cronologicamente separati da qualche anno, in modo che in ogni capitolo successivo il lettore trovi già sviluppate nel tempo le conseguenze dei fatti raccontati, alternando il punto di vista del marito e della moglie.
I personaggi sono colti in momenti diversi della loro vita, non necessariamente i più significativi: anzi le nascite, le nozze, le morti, sono sempre già avvenute, nel capitolo successivo, perché Anne Tyler ama raccontare i piccoli eventi quotidiani che mettono in contatto con la parte più intima, con i sentimenti repressi, con i desideri negati, con le paure infantili rimaste sepolte nell'inconscio in attesa di riaffiorare inavvertitamente.
Michael e Pauline non sono riusciti a costruire una famiglia convenzionale, con tutti gli affetti al posto giusto, forse perché incapaci di perdonarsi reciprocamente la scelta di un matrimonio affrettato, sbagliato. La sparizione della figlia maggiore, l'imprevista responsabilità di un nipotino, non riescono a scardinare l'apparente equilibrio, infranto invece in un attimo da una futile discussione. Ma dopo la fine del matrimonio, anche il resto delle loro vite sarà all'insegna del dilettantismo, e l'arrivo della vecchiaia li prenderà alla sprovvista .
A cura di Wuz.it
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