I numeri, la geometria, l'algebra, le forme e i simboli, i problemi e il ragionamento: dal piccolo al grande, dal semplice al complesso, Guedj spiega la matematica alle proprio figlie, Lola e Ray, e a tutti i lettori. O meglio, cerca di spiegare loro il senso della matematica. La domanda che apre il libro, infatti, ha a che fare con l'utilità di questa disciplina. Confrontata con altre discipline o materie di studio, sostiene infatti in apertura Lola, la matematica non sembra essere un linguaggio adatto a comunicare: possiede qualcosa di segreto e, a differenza delle parole (che pure sono simboli) non ha nulla di «naturale». Il padre/autore comincia così un breve ma intenso viaggio nel mondo dei numeri e della logica, alternando un pizzico di filosofia alla spiegazione del valore della matematica, fino a svelarne, nell'ultimo capitolo, la bellezza. La narrazione si sviluppa come un dialogo ininterrotto tra padre e figlie: queste domandano e lui risponde, queste protestano e lui, pazientemente, spiega, tutti e tre (e il lettore con loro) si divertono un sacco. E di domanda in domanda, di spiegazione in spiegazione, il mondo dei numeri diventa via via un po' più vicino e meno segreto e astratto e alla fine Lola e Ray capiscono che con la matematica si può anche giocare)
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