Attraverso l'intera gamma dei piccoli attori animati dalla mano dell'artista manovratore si muove la raccolta di Maria Signorelli, curata fino ad oggi, come risalta dall'intervista di Gabriella Manna che apre la presente rassegna di saggi, con sacrificio e passione da Giuseppina Volpicelli. Maria Signorelli riuscí a comporre una delle più importanti collezioni private dell'Europa, che fa del palazzetto romano di via Corsini la dimora non solo della famiglia ma altresí degli innumerevoli piccoli, ma - come si osserva pure nella presente mostra - anche grandi, personaggi di filo, stoffe, cuoio, legno, che lo animano intensamente nella vivissima fissità cui sono costretti. La proclamazione Unesco del wayang kulit dell'Indonesia come parte del Patrimonio orale e immateriale dell'umanità (2003), che affianca quella conseguita fin dal 2001 dall'Opera dei Pupi, non può che essere un riconoscimento parziale e iniziale a questo grande mondo dell'espressione, e pone finalmente l'accento sulla rilevanza di quegli spettacoli che in Thailandia avevano incantato Maria Signorelli e le figlie, e che qui ripercorriamo, in alcuni casi con riferimenti alla loro collezione; viene ricordato come le stesse abbiano fissato "in tante fotografie (...) i movimenti di danza effettuati dai manovratori per animare le grandi figure sostenute da bastoni", azioni specialistiche, quasi iniziatiche, che della complessa realtà del teatro di figura orientale riconducono soprattutto alle funzioni di comunicazione...
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