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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 1974
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il marchese ha un'amante, Agrippina sua serva, e per non destare scandalo la fa sposare con Rocco a patto che il matrimonio non venga consumato. A un certo punto roso dal dubbio e dalla gelosia uccide Rocco e fa in modo che la colpa ricada su un altro, che si ucciderà in prigione; interviene quindi il senso di colpa che lo porta vicino a perdere il senno.. Non male la storia, ma il tipo di scrittura non aiuta a rendere la lettura scorrevole.
Questo libro è, assieme a "Giacinta", tra le opere migliori di L. Capuana uno dei massimi scrittori tra Otto e Novecento che troppo spesso si trova sacrificato di fronte al ben più noto Verga, di cui fu il maestro e ispiratore. Il libro analizza in maniera straordinaria l'animo umano e le sue passioni: il rapporto morboso tra sesso e potere, la gelosia e la paura del tradimento che porta Antonio Schirardi, marchese di Roccaverdina, fino al cosiddetto delitto d'onore e a far accusare e condannare un innocente. E ancora il rimorso, venato di superstizione, per l'omicidio che tormenta e dilania nel profondo il protagonista, portandolo fino alla pazzia e l'amore sincero e appassionato di Agrippina Solmo, donna di umili origini diventata poi la femmina del Marchese, l'unica che vincendo ogni pregiudizio gli resterà al fianco fino all'ultimo. Questa vicenda che potremmo definire di delitto e castigo, sempre pervasa da un'amara ironia, disegna un quadro efficace della provincia siciliana post unitaria con le sue mille contraddizioni ed il suo dibattersi tra progresso e modernità, tra voglia di novità e attaccamento alle tradizioni. Un testo da leggere e rileggere.
Classico della letteratura italiana, il "Marchese di Roccaverdina" può definirsi un romanzo ben riuscito. Nel contesto della Sicilia da poco entrata a far parte del Regno d'Italia restano ancora problemi atavici che sembrano destinati a perdurare: il condizionamento religioso, la superstizione, l'abisso tra servi e padroni. Se questi sono aspetti tipici del Verismo di Capuana, d'altra parte si intrecciano con il dramma psicologico del protagonista che sembra - a tratti - ricalcare quello del Raskolnikov di " Delitto e Castigo". Il linguaggio non è particolarmente scorrevole, ma va inquadrato nell'epoca in cui è stato scritto il romanzo.
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