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Di cosa va alla ricerca il Narratore nelle migliaia di pagine del romanzo? La risposta è subito data: "la Ricerca del tempo perduto è di fatto una ricerca della verità. S'intitola 'Alla ricerca del tempo perduto' solo in quanto la verità è in rapporto essenziale col tempo". L'asse interpretativo assume quindi una torsione inaudita: se ciò che viene realmente ricercato non sono i ricordi, le sensazioni, le emozioni o il tempo passato ma la verità - la quale "non ha alcun bisogno di esser pronunciata per esser detta" (cit. da "La parte di Guermantes") - il percorso della Recherche cessa di essere estetico-letterario per diventare filosofico-conoscitivo. Il testo viene così indagato con nuove lenti: il suo elemento costitutivo principale è il segno. Esso è innanzitutto - col senso che vi si racchiude - l'evento involontario (il sapore della maddalena, la piccola frase della Sonata, l'acciottolato ineguale del sagrato di San Marco ecc.) che apre al Narratore (ma anche al lettore) la possibilità di una conoscenza diversa da quella ordinaria (logico-razionale), tipica del pensiero volontario. Il segno è la porta della verità perché la verità risiede nei segni: tuttavia non vi è svelata. Lo diviene soltanto in quell'incontro con essi capace di rivelare un nuovo senso alle nostre associazioni, convinzioni, fantasie, idee: cioè alla nostra vita, esattamente come accade al Narratore. La ricerca di senso indotta dal segno viene scatenata dallo sforzo di compensazione soggettiva alla delusione per l'incontro con l'oggetto. Esso segnerà l'esito di un processo non di ricerca volontaristica, ma di decifrazione e interpretazione personale spontanea: vale a dire un atto di creazione. "Più importante del pensiero è ciò che fa pensare; più importante del filosofo, il poeta" (p. 88). Capolavoro.
libro meraviglioso
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