Quando si parla di Roma – come esempio per antonomasia di una realtà urbana complessa e stratificata, sintesi del difficile cammino delle metropoli in Europa e nel mondo – spesso si cade nella trappola dei luoghi comuni, della visione stantia di una città che non c’è più, dell’inconsapevolezza di come cambiano i cittadini e dove si spostano. Oggi, nell’era della connettività universale, una volta che ci si è allontanati dai percorsi più battuti, a Roma si può avere la sensazione di fare un salto nel buio e, un po’ come accadeva ai navigatori del XV secolo (loro sì, per colpa di mappe inesatte), di imbattersi in nuove terre, piene di problemi ma anche di potenzialità. Il volume – costruito come un percorso che si snoda attraverso una dettagliata serie di mappe a colori – traccia una geografia delle disuguaglianze tra i quartieri della capitale in un confronto inedito e prezioso con le altre tre principali città metropolitane italiane: Milano, Napoli e Torino. Gli autori, mossi da un grande rigore scientifico e da una forte passione civile, ci restituiscono la complessità sociale e spaziale della capitale, mostrandone le tante sfaccettature e le disuguaglianze che la attraversano. Una complessità con cui occorre fare i conti e da cui ripartire. Come osserva Walter Tocci nel denso saggio a chiusura del volume, Roma offre di sé facce mutevoli, come un caleidoscopio, «dando la percezione dell’inesorabile disorganicità. Eppure, alle cangianti visioni di Roma sono legate anche le speranze per la sua rinascita». Accanto a Roma, dunque, e a confronto con Roma, altre grandi realtà: Milano, Napoli e Torino. Di queste quattro città metropolitane si passano al setaccio i quartieri e i comuni dell’hinterland su temi che interessano da vicino i cittadini: dai trasporti alla scuola, dal turismo all’ambiente, dalla sanità alla presenza di stranieri, e sui quali quotidianamente grava il peso delle disuguaglianze socio-economiche. Questi estesi territori urbanizzati, altamente diversificati, poco conosciuti e in continua evoluzione, necessitano di essere indagati a fondo con strumenti capaci di mettere a fuoco problemi, criticità e differenze. Per questo motivo, il lavoro non si limita all’analisi delle loro caratteristiche in termini aggregati, ma indaga le città attraverso indicatori con un livello di dettaglio territoriale molto più fine: le 155 zone urbanistiche di Roma, gli 88 nuclei di identità locale di Milano, le 94 zone statistiche di Torino e i 30 quartieri di Napoli. L’auspicio è che queste mappe siano consultate da tanti, ma soprattutto da quelli che le politiche le devono pensare e disegnare. )
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