I curatori di una collana di narrativa, e Massimo e io non facciamo eccezione, sono sempre fieri di presentare i testi che hanno scelto. Cominciano ad amarli quando li incontrano per la prima volta e, al momento di scrivere l’introduzione, si fanno avanti per esprimere la loro soddisfazione. Questo La mappa dei gesti possibili, però, per me significa qualcosa di più. Per la scrittura di Giovanna Repetto ho provato, fin dal primo racconto che ho letto, un apprezzamento immediato: mi piacciono la cura con cui sceglie le parole, mai una di troppo, e il suo stile nitido, privo di orpelli e, proprio per questo, evocativo. Apprezzo i temi complessi che affronta: la diversità, la necessità di comprendere se stessi e gli altri, di superare i pregiudizi e di collaborare. Ogni personaggio di Giovanna vive in un contesto che non è mai soltanto ciò che sembra, ognuno è figlio della propria storia, ma deve e può andare oltre. Dispensatori di felicità è una storia fantastica – definirla fantascienza sarebbe riduttivo – collocata nel passato, in un ben preciso anno della storia del nostro Paese. Siamo nel 1970, l’anno in cui, in seguito alle intense precipitazioni autunnali, numerosi torrenti di Genova e della sua provincia esondarono o andarono in piena. Fu un episodio molto grave, analogo a quello, violentissimo, del 2014, e che provocò decine di morti e 2000 sfollati. È su questo sfondo che si muovono i personaggi della novella, Andrea, un vedovo solitario e pieno di sensi di colpa, che vive isolato sulle montagne liguri e che possiede qualcosa di assolutamente indispensabile agli altri protagonisti della vicenda, Drago e Fabiola, una giovane coppia di Genova. Repetto intreccia con grande abilità i due livelli di narrazione, quello realistico e quello fantastico: da una parte la pioggia che si abbatte sull’Appennino ligure, l’acqua e il fango che travolgono Genova tagliando fuori interi quartieri, e dall’altra l’inquietudine crescente di Drago e Fabiola, due personaggi molto peculiari ma anche una coppia come tante, alle prese con la difficile arte di comprendersi. Anche La leggenda della tessitrice, il racconto compagno di Dispensatori… è imperniato su un difficile confronto di coppia. L’ambientazione non potrebbe essere più diversa: il realismo lascia il posto al fiabesco, tanto che ingannevolmente la storia richiama atmosfere da Mille e una notte… Se non fosse che l’attrazione crescente fra i due protagonisti è annodata a filo doppio con i temi del potere, della guerra e dell’abilità necessaria alle donne per sopravvivere e diventare potenti in una società monosessuale maschile. Proprio come Drago e Fabiola, anche Assur e Zeyma devono muoversi con cautela, legati come sono da pregiudizi sociali, reciproche diffidenze e un sistema rigido di regole e tabù. Condito con un pizzico di erotismo, La leggenda della tessitrice mette in scena un confronto elegante ma senza esclusione di colpi, durante il quale i due contendenti dovranno trovare il modo di collaborare per raggiungere la pace fra i loro popoli e salvaguardare l’onore di entrambi. Il loro incontro, drammatico e determinato dal caso e dalla guerra, evolverà in maniera sorprendente. Scritti da un’autrice raffinata, Dispensatori di felicità e La leggenda della tessitrice sono narrazioni fantasiose e complesse, che – fin dai titoli – propongono ai lettori vari piani di lettura e i immedesimazione, e domande mai banali.
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